SAN FRANCISCO – Cresce l’attesa per il primo faccia a faccia tra il presidente Usa Joe Biden e quello cinese Xi Jinping dopo un anno di tensioni crescenti. Mercoledì, 15 novembre, i leader delle due superpotenze si incontrano in California durante la riunione dell’Asia-Pacific Economic Cooperation, l’APEC, organizzazione che raccoglie i paesi che si affacciano sull’oceano Pacifico. Il summit vuole “garantire una comunicazione normale, anche sul piano militare”, ha spiegato il presidente americano, che ha assicurato: “Proveremo a cambiare la relazione con la Cina per il meglio”. Il presidente americano ha anche detto che secondo lui la Cina ha “problemi reali” sotto la guida di Xi Jinping.
I temi in discussione in agenda sono numerosi. C’è la guerra in Medio Oriente, con gli Stati Uniti che vogliono convincere la Cina a dare sostegno a Israele e a mandare aiuti a Gaza. Ci sono, poi, da discutere i rapporti con Taiwan, interrotti dopo che nell’estate del 2022 l’allora speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi aveva visitato Taiwan. I due leader potrebbero anche parlare di come controllare le esportazioni cinesi di fentanyl, al centro della grave crisi degli oppioidi di cui gli Stati Uniti soffrono da anni. Sul tappeto anche il tema dell’intelligenza artificiale nelle armi nucleari. A fare da sfondo le prossime elezioni statunitensi e la spinta della Cina all’allargamento dei Brics, le economie mondiali di Brasile Russia, India, Cina, Sud Africa, che gli Usa osteggiano.
La distensione tra le due potenze passa anche per l’ambiente. Usa e Cina, in qualità di prime potenze industriali globali, hanno riaffermato gli impegni contenuti negli Accordi di Parigi del 2015. Ribadendo il sostegno alla Cop 28 in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Intanto, dal Cremlino, il portavoce, Dmitry Peskov annuncia che la Russia “seguirà le notizie sull’incontro” perché il vertice “è importante per tutti”.