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Sciopero, Salvini firma
la precettazione: "Sanzioni
in caso di violazioni"

Landini: "Atto politico gravissimo"

Bombardieri: "Squadrismo istituzionale"

di Lorenzo Sivilli15 Novembre 2023
15 Novembre 2023

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini durante l'Assemblea pubblica Confetra 'Transizione e sostenibilita' presso l'Acquario Romano, Roma, 14 novembre 2023 / Foto Ansa

ROMA – Sullo sciopero del 17 novembre nessun passo indietro da parte del governo, anzi. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la precettazione per porre un freno a quella che voleva essere una mobilitazione generale proclamata da Cgil e Uil contro la Manovra. La mobilitazione, quindi, è stata limitata a sole quattro ore, dalle 9 alle 13, a fronte delle otto volute dai sindacati. Ed è muro contro muro.

Il “no” di Cgil e Uil 

Il segretario della Cgil Maurizio Landini, commentando la scelta del governo, ha precisato: “Possono precettare quanto gli pare, noi non ci fermiamo”, e ha definito la precettazione un “atto politico gravissimo” che va a limitare quello che lo stesso Salvini ha definito un “diritto sacrosanto”. Sulla stessa linea di pensiero anche il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri: “Risponderemo ad un atto di squadrismo istituzionale con la partecipazione ad una grande manifestazione”. È scontro invece con la Cisl sui presupposti dello sciopero: “Si tratta di rispettare le norme – ha detto il segretario generale Luigi Sbarra -, le regole sono chiare”.  

La posizione di Salvini

Martedì 14 novembre l’incontro previsto tra le parti sociali e Matteo Salvini si è concluso con un nulla di fatto, dopo che al Ministero si sono presentati solo i rappresentati dei sindacati ma non i leader. “Sono determinato affinché l’Italia non sia ostaggio di una minoranza politicizzata – tuona Salvini in un’intervista concessa al quotidiano Libero -. La legge me lo permette”. Poi aggiunge: “In caso di violazioni, scatteranno le sanzioni”. “Non abbiamo bisogno di blocchi, fermi e scioperi, ma di correre e produrre – ha ribadito anche dal palco dell’Assemblea di Federmanager questa mattina a Roma -. Non possiamo dipendere dagli umori di Landini”. Il vicepremier specifica inoltre che lo sciopero è consentito a tutto il settore trasporti ad eccezione di quello aereo, come già confermato dai sindacati. La limitazione è stata confermata anche dalla presidente della Commissione di garanzia sul diritto allo sciopero Paola Bellocchi che sulle pagine del Corriere della Sera ha chiarito come non si tratti di una bocciatura. “Abbiamo esaminato il documento della protesta – ha detto – e ci è parso che non corrispondesse ad uno sciopero generale perché sono state escluse 16 categorie del settore privato”.

Il silenzio di Meloni

A Palazzo Chigi, intanto, cala il gelo. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni decide di non esporsi sulla questione, lasciando intendere la volontà di non infiammare ulteriormente il conflitto sociale. Secondo un retroscena del quotidiano La Repubblica sarebbe irritata dai toni di Salvini ma non può sconfessare pubblicamente la linea del suo vicepremier perché i sindacati scioperano proprio contro la sua legge di bilancio. Il silenzio di Meloni Landini lo ha definito “assordante” e ha invitato la premier a intervenire.

Le reazioni

A schierarsi con i sindacati sono le opposizioni. “Per gli scioperi dei sindacati autonomi il garante non ha avuto obiezioni, per quelli di Cgil e Uil sì”, ha scritto sui social Andrea Orlando, deputato Pd ed ex ministro del Lavoro. “Salvini dimentica che lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione”, dichiara invece Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi-Sinistra. Ieri, la segretaria del Pd Elly Schlein aveva già espresso la sua contrarietà allo scontro voluto da Salvini, e aveva definito l’azione del governo come “un umiliazione per i lavoratori” oltre che un “assaggio del premierato”. 

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