La notizia del via libera del governo alla discarica di Corcolle spacca l’esecutivo e fa salire sulle barricate sia comitati e ambientalisti sia il mondo della cultura. Ci voleva la spinosissima vicenda dei rifiuti di Roma a scuotere a tal punto Palazzo Chigi e, così, il governo Monti finisce per dividersi.
La situazione attuale. In un continuo gioco delle parti, il sottosegretario Antonio Catricalà ha confermato in una nota la fiducia al prefetto Giuseppe Pecoraro, Commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma, da sempre favorevole a Corcolle, e gli ha chiesto di «portare avanti nell’esercizio pieno dei suoi poteri il mandato conferitogli dal prefetto». Il ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, invece, dichiara di essere «contrarissimo» alla realizzazione della discarica e minaccia di dimettersi, mentre il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri chiede un «approfondimento da parte del consiglio dei ministri». Anche il sindaco Gianni Alemanno ela Provincia di Roma hanno ribadito il loro no. A sostenere, invece, il prefetto Pecoraro nella sua scelta è soltanto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini.
Si mobilitano i comitati di quartiere. Intanto i comitati di quartiere, che si dicono «increduli e indignati», ora chiedono una mobilitazione istituzionale da parte di tutte le forze politiche contrarie alla discarica. «Sappiamo bene – affermano – che non sarà provvisoria perché prevede un investimento da parte dello Stato pari a quello per i terremotati». Eppure il Prefetto Pecoraro resta convinto e tira dritto nella sua scelta: sulla base di uno studio dell’Università di Tor Vergata, l’area di Corcolle è la migliore possibile per il sito provvisorio che dovrà sostituire la discarica di Malagrotta, che è arrivata alla saturazione.
Il problema è a monte. Il sistema di Roma, e più in generale quello dell’Italia, manca di impianti intermedi e finali e così si punta tutto su bruciatori e buche. Ma l’Europa chiede il contrario. Per questo il nostro Paese ha subito una procedura di infrazione e rischia una super multa dall’Unione Europea.
La prima discarica “tecnica”, a due passi da Villa Adriana, quindi, mostra crepe da tutte la parti. In primis lo scempio del nostro patrimonio culturale: non bastavano incuria e mancanza di fondi, tagli ai beni archeologici e abbandono. Se i rifiuti ci saranno, i pochi turisti che ancora oggi vengono a visitare la villa del grande imperatore, dovranno pagare nel prezzo del biglietto anche la montagna d’immondizia che sorgerà accanto allo straordiario panorama che offre Roma.
Claudia Nardi