PAVIA – Una poesia inedita di un inedito Eugenio Montale, poeta anche ambientalista. È “I grattacieli” il titolo della lirica montaliana ritrovata sul retro di una traduzione di Yeats, curata sempre dal poeta ligure. I versi del testo, in due stesure, si dedicano alla polemica ambientalista contro l’Hotel Fuenti, uno dei primi “ecomostri” della storia italiana. Una tematica completamente inedita nella produzione montaliana, spiega Ida Duretto, docente di letteratura italiana e autrice della scoperta, avvenuta al Centro Manoscritti di Pavia.
La prima e la seconda stesura de “I grattacieli”
Elena vorrebbe che mi opponessi
con tutte le mie forze all’imminente
scomparsa della splendida costiera
da Amalfi e Vietri dove già sorge un grattacielo
e altri ne seguiranno.
Sorgono grattacieli
tra Amalfi e Vietri, un reputato
Eden e la cara Elena
vorrebbe io sorgessi
dalla cintola in su come un Demostene
per ordinarne la demolizione.
Anche negli Aliscampi che congiungono
Amalfi e Vietri incombono e anzi
Tra Amalfi e Vietri.
Pare che prima o poi
anzi prima che poi
sugli Aliscampi che splendono
tra Amalfi e Vietri si vedranno enormi
grattacieli e già sorge dalla cintola insù
l’intellighenzia, con suoi alti piati.
Ma saranno sprecati; grattare il cielo
è ciò che resta a chi non creda più
che un cielo esista.
L’analisi della poesia di Montale
Il testo affronta la costruzione del “Mostro di Fuenti”, l’Amalfitana Hotel, iniziata nel 1969 e terminata nel 1971. Legambiente coniò il termine “ecomostro” proprio riguardo all’edificio di Vietri sul Mare. Era la prima volta che il dibattito ambientalista entrava così diffusamente nell’opinione pubblica. Anche Montale vi venne coinvolto, così come altri intellettuali tra cui Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Indro Montanelli e Mario Soldati. Ispiratrice della lirica è Elena, scrittrice e ambientalista figlia del filosofo Benedetto Croce, così come si legge nella prima stesura del testo, datata 8 marzo 1975.
Ida Duretto, professoressa associata di letteratura italiana all’università di Kyoto, in Giappone, spiega nell’annuario “Quaderni montaliani” che la lirica porta con sé numerosi elementi di interesse critico. Secondo Duretto non mancano i riferimenti a come la “splendida costiera”, che in altri componimenti è “Paradiso terrestre”, diviene “Alyscamps”, la necropoli di Arles in Provenza. In altre parole: terreno di morte. Il tema si allontana molto dai temi e dai luoghi preferiti dalla lirica di Eugenio Montale, che per la prima volta sostituisce il peso esistenziale della memoria e i panorami sassosi della costiera ligure con la denuncia sociale e il paesaggio amalfitano completamente inedito. Duretto accosta inoltre questo componimento con la prima stesura de “L’eroismo”, accostando il primo verso della prima stesura alla dichiarazione di impossibilità di prendere parte alla vita civile da parte del poeta.