ROMA – Inizia l’iter per l’approvazione definitiva degli articoli del testo della Manovra alla Commissione Bilancio del Senato. Brutte notizie per la manovra blindata auspicata dalla premier Giorgia Meloni. Solo per il Dl anticipi, sono arrivati quasi mille emendamenti, 300 della maggioranza. Tra questi, il credito d’imposta per i birrifici proposto dalla Lega, l’esenzione dell’Iva alle prestazioni sanitarie di chirurgia estetica e un bonus di 150 euro una tantum per favorire la transizione digitale dei medici di base proposti da Fratelli d’Italia. “Lavoreremo solo sugli emendamenti ordinamentali che non abbiano impatto sui saldi”, avverte il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Malandrini.
Salta la proroga al Superbonus
Intanto salta la proroga a fine giugno del Superbonus al 110% chiesta da Forza Italia mentre richiama alla calma il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari: “Stiamo cercando di mettere un po’ d’ordine in una situazione fuori controllo”. Ordine che, secondo il politico di Fdi, arriverà entro la fine dell’anno anche sulla questione pensioni e non esclude un emendamento dell’esecutivo alla Manovra.
Il taglio alle pensioni nella Manovra
Il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici sta spaccando il governo. Tra 2024 e 2043, oltre 732 mila lavoratori andranno in pensione con un assegno tagliato, lasciando allo Stato 2,3 miliardi netti. La Lega vorrebbe far slittare l’entrata in vigore dell’art.33 di uno o due anni ma Fratelli d’Italia punta i piedi. Pronti a scioperare il 5 dicembre i medici che chiedono la soppressione della norma e un investimento sui professionisti: “Servono 10 mila assunzioni dal 2024”. Esprime preoccupazione Giovanni Baroni, presidente della Piccola Industria, per una “manovra che sostanzialmente non ha guardato le imprese”. “L’Italia è ferma”, ribadisce Baroni, sottolineando che “non si fanno investimenti, e avremo un Pil del secondo semestre che è zero”.
Lega: un ddl per legare gli stipendi al costo della vita
Arriva da Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, l’annuncio di un disegno di legge per legare gli stipendi al costo della vita. Descritta come “una proposta di buonsenso” dal Carroccio, i leghisti prevedono di inserire il parametro nella contrattazione di secondo livello insieme con i trattamenti accessori. Indignazione per la proposta da parte della Cgil mentre per Pd e M5s si tratta solo di un modo per far tornare le gabbie salariali.