GAZA CITY – Per salvare il maggior numero di civili presenti nella Striscia di Gaza, il portavoce dell’esercito israeliano – sollecitando i cittadini a spostarsi verso Sud – ha annunciato la riapertura di un corridoio umanitario lungo la via Salah ad Din fino alle 14 (ora locale) di oggi, mercoledì 8 novembre. Nel frattempo l’esercito è a 700 metri dall’ospedale al-Shifa di Gaza dove, sostengono gli israleiani, si trova il centro di comando di Hamas. Continua anche la conta delle vittime del conflitto.
La polizia ha identificato i corpi di 843 cittadini uccisi nell’attacco ai kibbutz di frontiera – perpetrato lo scorso 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas. Secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità di Hamas, sono almeno 10.569 le persone morte nella Striscia dal 7 ottobre scorso. Fra le vittime, 4.324 sono i minori e 2.823 donne, secondo quanto indicano le autorità della fazione palestinese. Si incendia anche il fronte libanese. In queste ore le aree più colpite dallo scambio di fuoco tra Israele e gli Hezbollah libanesi sono il settore centrale e occidentale della linea di demarcazione.
“I leader di Hamas sono uomini morti che camminano”
Severa la posizione del tenente colonnello israeliano, Jonathan Conricus, che in un’intervista rilasciata a Sky News Australia ha affermato: “I leader di Hamas sono uomini morti che camminano”. Secondo Conricus, infatti, la loro cattura o la loro uccisione da parte delle forze israeliane è solo questione di tempo.
La posizione dell’Iran
Dall’Iran, intanto, giunge la minaccia contro l’allargamento del conflitto. Il ministro degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, si è espresso stamani: “Se i crimini del regime sionista contro Gaza continuano, la dimensione del conflitto e della guerra nella regione si espanderà”. Lo stesso ha poi risposto anche all’America, affermando: “Non può, da una parte, mandarci un messaggio dicendo che non sono a favore dell’allargarsi del conflitto nella regione e poi permettere al regime sionista di commettere crimini di guerra su larga scala contro la nazione palestinese”.
Morto capo della produzione armi di Hamas
Questa mattina, invece, le forze israeliane hanno fatto sapere di aver ucciso nella notte Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas, colpito in un attacco aereo mirato. Secondo Abu Zina era uno dei più esperti e principali sviluppatori di armi di Hamas. Zina ha poi aggiunto che è stata eliminata anche “una cellula terroristica che progettava di lanciare missili anti-tank contro i soldati”.