ROMA – Si muove incessantemente la diplomazia per frenare la guerra in Medio Oriente. Il segretario di stato statunitense Antony Blinken incontra il premier israeliano Benyamin Netanyhau a Tel Aviv, prima tappa del suo nuovo tour nella regione per evitare un ulteriore allargamento del conflitto nel Medio Oriente. Si sono tenute ieri, nel tardo pomeriggio, una telefonata tra Papa Francesco e il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen e tra il ministro degli Esteri dell’Iran e il leader di Hamas. Il presidente turco Erdogan ha chiesto una tregua degli scontri. Atteso per oggi invece l’intervento del leader di Hezbollah, Nasrallah.
L’incontro tra Netanyahu e Blinken
Durante l’incontro svoltosi nella sede del ministro della difesa a Tel Aviv, il premier Netanyahu ha mostrato a Blinken le immagini sulla strage compiuta da Hamas il 7 ottobre scorso. Inizia così la terza visita nel paese del segretario di Stato americano da quando è iniziata la guerra a Gaza. La sua missione diplomatica è arrivare a una pausa umanitaria nei combattimenti nella Striscia. Intanto, l’Organizzazione delle Nazioni Unite in un briefing a Ginevra sottolinea con preoccupazione il ritorno di migliaia di lavoratori palestinesi da Israele nella Striscia di Gaza.
L’intervento del capo di Hezbollah
C’è attesa per le dichiarazioni di Sayyed Hassan Nasrallah, che alle 15 locali terrà il suo primo discorso dall’inizio del conflitto delineando la posizione delle milizie di Hezbollah. Il diplomatico libanese Adnan Mansour ha anticipato i temi dell’intervento all’agenzia Tass: “Lancerà un avvertimento a Israele sulle conseguenze del proseguimento dell’aggressione”.
Il Pontefice sente Abu Mazen
Abu Mazen ha ringraziato papa Francesco per i suoi sforzi nel promuovere la pace e ha sottolineato “la necessità di risparmiare i civili dall’orrore della guerra, alla luce dei brutali attacchi di Israele”.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, invece, si è confrontato sugli ultimi sviluppi del conflitto con lo sceicco Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas.