BRUXELLES – La domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo alta per mantenere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C. Il World Energy Outlook 2023 dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea) è chiaro: oggi la temperatura media globale della superficie è già di circa 1,2 °C al di sopra dei livelli preindustriali, provocando ondate di calore ed eventi meteorologici estremi. Il settore energetico è anche la causa principale dell’aria inquinata che oltre il 90% della popolazione mondiale è costretta a respirare, con oltre 6 milioni di morti premature all’anno.
Secondo la Iea, sarebbero necessarie misure più incisive per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. In un contesto geopolitico instabile, caratterizzato dai conflitti in Ucraina e in Israele.
Il mercato energetico
Tra le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina c’è stata la crisi energetica che ha colpito soprattutto l’Europa, con la riduzione dei rifornimenti di gas da Mosca e la successiva impennata dei prezzi delle risorse. Anche se il costo dei combustibili fossili è sceso rispetto ai picchi del 2022, i mercati rimangono tesi e volatili.
Il rapporto spiega che “nonostante la crisi energetica globale e la significativa volatilità dei prezzi nei mercati energetici, i prezzi del carbone sono aumentati nel 2022 in circa la metà degli schemi di tariffazione esistenti. Tuttavia, la maggior parte dei
prezzi del carbone rimangono al di sotto del livello che riteniamo necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”.
Secondo il il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol, “tenendo conto delle tensioni e della volatilità che caratterizzano oggi i mercati energetici tradizionali, le affermazioni secondo cui il petrolio e il gas rappresentano scelte sicure per il futuro energetico e climatico del mondo appaiono più deboli che mai”.
Un futuro sostenibile
Alla luce di ciò, a offrire una speranza per il futuro è “l’emergere di una nuova economia dell’energia pulita, guidata dal solare fotovoltaico e dai veicoli elettrici”, si legge nel rapporto, che segnala i successi ottenuti dal punto di vista delle energie rinnovabili. Gli investimenti nell’energia pulita sono aumentati del 40% dal 2020, anno in cui un’auto su 25 venduta era elettrica. Nel 2023 è una su cinque. Inoltre, il rapporto prevede che quest’anno verranno aggiunti oltre 500 gigawatt di capacità di generazione da fonti rinnovabili, in quello che sarebbe un nuovo record.
Grazie ai progetti di gas naturale liquefatto (Gnl) che entreranno in funzione a partire dal 2025, si prevede anche che verranno aggiunti oltre 250 miliardi di metri cubi all’anno di nuova capacità entro il 2030, pari a circa il 45% dell’attuale offerta globale di Gnl.
Secondo le previsioni della Iea, nel 2030 la quota delle rinnovabili nel mix elettrico globale sarà vicina al 50%, rispetto all’attuale 30% circa, e il numero di auto elettriche sarà quasi 10 volte superiore rispetto al dato corrente.
Il ruolo dei governi
Le prospettive positive delineate dal rapporto, però, sono condizionate alle politiche adottate dai singoli Stati. Presentando il lavoro dell’Agenzia, Birol ha sottolineato che “I governi, le aziende e gli investitori devono sostenere la transizione verso l’energia pulita anziché ostacolarla. I vantaggi offerti sono immensi, tra cui nuove opportunità industriali e posti di lavoro, sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro per tutti”.