ROMA – Da un lato il crollo della natalità in Italia, dall’altro i quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni che vivono nelle 14 città metropolitane e in maggior parte nei quartieri svantaggiati, dove le diseguaglianze si ripercuotono sul loro futuro e sulle opportunità per crescere.
Lo rileva Save the Children Italia nel rapporto “Fare spazio alla crescita”, un’indagine realizzata in occasione del lancio della nuova campagna “Qui Vivo”, che analizza quartiere per quartiere dove si registrano le maggiori disparità per i ragazzi nelle città.
Redditi e condizioni abitative non adeguate ai minori
In alcune città del Sud Italia come Catania, Palermo e Messina più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15mila euro annui. Tuttavia la presenza di cittadini con redditi bassi è rilevante anche nel Nord e Centro Italia (a Roma il 38,8% e a Venezia il 36,9%).
Lo studio indica come quasi 2 bambini su 5 in Italia – sono 10 milioni e 493mila in totale – si concentrino nelle 14 città metropolitane, dove vive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15 mila euro annui. Save the Children spiega come ci sia un’evidente diversità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita dei bambini e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale.
Disparità nei municipi di Roma
Il rapporto di Save the Children mostra i municipi delle 15 aree metropolitane dove si registrano i più importanti divari per i minori, con alcune diseguaglianze anche tra i quartieri di una stessa città.
Ad esempio, i municipi VIII e IX di Roma (Appia Antica ed Eur) riportano un indice più basso di svantaggio, mentre quello più elevato si registra nel municipio VI (Delle Torri), dove quasi la metà (46,4%) di tutta la popolazione con più di 9 anni non è andata oltre la terza media. Nel quartiere Delle Torri vive la percentuale più alta di bambini e adolescenti tra 0-19 residenti nella capitale (11% del totale nell’area urbana di Roma), inclusi i minori tra 0 e 14 anni con cittadinanza straniera (22,2%).