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Villa Borghese, la giungla romana dei risciò

di Niccolò Maurelli19 Ottobre 2023
19 Ottobre 2023
villa borghese risciò

Un ingorgo lungo via delle Magnolie a Villa Borghese, Roma

A Roma, la tredicesima città più trafficata al mondo, può capitare di rimanere imbottigliati persino in un parco pubblico. Per esempio a Villa Borghese, nel cuore della Capitale, dove risciò, golf car da sei posti con targhe da autoveicoli, monopattini sfrecciano ovunque, anche nelle aree riservate ai pedoni. È il grande, sconosciuto, business dei veicoli a noleggio in uno dei più bei giardini storici del mondo che dovrebbe essere tutelato come un bene artistico.

E invece una rilassante camminata può trasformarsi, specie di sabato e domenica, in una gara di sopravvivenza alla Squid Game, la popolare serie sudcoreana in cui i protagonisti competono in alcune sfide mortali. Il malcapitato pedone è costretto a fare slalom tra veicoli di ogni tipo, anche go-kart a pedali, provenienti da tutte le direzioni.

“Finché non ci scappa il morto qui non interviene nessuno”, commenta un visitatore. Il morto, però, c’è già stato il 26 giugno del 2017, quando un uomo, a bordo di un risciò, investì e uccise una signora di 65 anni che camminava tranquilla in viale del Museo Borghese. Non solo. Un cittadino accusa: “Ormai Villa Borghese non è più un parco, ma una villa commercializzata. Se voglio passeggiare in tranquillità scelgo Villa Ada o Villa Pamphilj”.

Un altro frequentatore abituale del parco denuncia che “lungo via delle Magnolie, dove spesso si trovano padiglioni di natura commerciale, capita che persino le volanti dei carabinieri si ritrovino imbottigliate in ingorghi”. C’è, tuttavia, anche chi apprezza: “Non sono infastidita da questi veicoli, che anzi incentivano la mobilità sostenibile”, è il parere di una ragazza. Rispetto ai romani, i turisti sembrano meno preoccupati: “Questo è niente in confronto a Central Park”, scherza un newyorkese.

I mezzi che circolano indisturbati nel parco

Eppure golf car e risciò “dovrebbero essere considerati fuorilegge nell’ambito di una villa storica”, spiega a Lumsanews Vanna Mannucci, vicepresidente di Italia Nostra Roma, impegnata nella salvaguardia del quinto parco più esteso della Capitale, circa 80 ettari, aperto al pubblico da oltre un secolo.

Tanto è trascorso da quando, nel 1901, Villa Borghese venne acquistata dallo Stato e salvata dalla lottizzazione. Nel 1903 la cessione al Comune. Da allora i romani la scelgono per staccare dalla routine e dal caos cittadino in uno dei più bei parchi pubblici al mondo. Le aspettative, tuttavia, rischiano di essere disattese.

Una storia che va avanti da tempo: “La villa è fuori controllo da oltre vent’anni. All’inizio si trattava solo di biciclette, ora di veicoli ingombranti e molto veloci”, afferma Mannucci, che nel 2019 aveva proposto al Campidoglio lo smantellamento dei viali asfaltati al suo interno, con l’eccezione di viale San Paolo del Brasile per garantire il transito di autobus e ambulanze. Per la cronaca, Italia Nostra non si è rivolta alla magistratura e non risultano inchieste giudiziarie in merito.

Il degrado è aumentato negli ultimi anni

Il problema sembra essersi accentuato negli ultimi anni. “Quando ero assessora all’Ambiente − afferma Pinuccia Montanari, nella giunta Raggi dal 2016 al 2021 − Villa Borghese era al centro del nostro Piano del Verde per Roma, volto a valorizzare i percorsi naturalistici. Sui veicoli che circolano indisturbati nella villa, però, “non ci eravamo posti il problema, perché allora la situazione non era incontrollata come oggi”, aggiunge Montanari, spiegando però che in quegli anni è stata adottata la Carta di Firenze per la salvaguardia dei giardini storici, redatta nel 1981 dal Comitato internazionale dei giardini storici. “Per natura e per vocazione − si legge nel documento − il giardino storico è un luogo tranquillo che favorisce il contatto, il silenzio e l’ascolto della natura”.

Il nodo delle licenze e l’ambiguità sulle competenze

È nella gestione della villa che vengono fuori incertezze e paradossi. Anzitutto, il parco non fa capo soltanto a Roma Capitale e alla Sovrintendenza capitolina, ma anche alla Soprintendenza statale. Quest’ultima, in particolare, si occupa dell’alta sorveglianza: una sorta di “occhio di falco” che dall’alto monitora la struttura, intervenendo solo in determinate circostanze. Per la Soprintendenza, tuttavia, la presenza di veicoli nel parco non rappresenta un problema tale da dover intervenire. Lo sarebbe, ad esempio, se i mezzi fossero più rumorosi.

Le licenze, invece, non dipendono né dall’assessorato all’Ambiente né da quello alla Mobilità. “Le golf car hanno il diritto di circolare a Villa Borghese sulla base del Codice della strada e di alcune sentenze del Consiglio di Stato”, ci spiega Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità di Roma. Dichiarazioni opposte a quanto affermato da Italia Nostra. I risciò, invece, “non hanno una licenza − prosegue Patanè − ma, in ogni caso, non se ne occupa la Mobilità”.

Un concessionario si difende: “Abbiamo tutte le autorizzazioni del caso”. Non è ben chiaro tuttavia chi le abbia rilasciate, visto che anche il Municipio II è reticente sulla questione. Il pentastellato Daniele Diaco, vicepresidente della Commissione ambiente dell’Assemblea Capitolina, parla di “vecchissime concessioni statali”.

Emerge insomma una rete di competenze, comunali e statali, che rende Villa Borghese terra di tutti e di nessuno, in un’anarchica giungla di responsabilità.

I controlli che mancano e le sanzioni

Se sul fronte licenze e gestione regna l’incertezza, non sembra andar meglio su controlli e sanzioni. “L’attività di repressione, in caso di violazioni, non spetta a noi − commenta Patanè − ma alla polizia di Roma Capitale, che in merito recepisce le istanze del capo di gabinetto”. Sulla questione noleggi, l’ultimo blitz degno di nota dei vigili risale addirittura al settembre del 2017, quando per sei veicoli elettrici scattò il fermo amministrativo.

Nessuna nuova stretta sembra all’orizzonte. Decine di persone continuano a fare la fila per noleggiare risciò e golf car, biciclette e go-kart, specialmente nei fine settimana. Villa Borghese rimane ostaggio del business senza regole

 

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