FIRENZE – Dopo quattro mesi dalla scomparsa della piccola Kata, continuano le indagini. Questa mattina, 18 ottobre, i carabinieri hanno effettuato un’operazione di ricerca in tutto lo stabile dell’ex hotel Astor di Firenze, dove la bambina di cinque anni abitava con la madre e il fratellino prima di sparire, il 10 giugno scorso.
L’attività è condotta dallo squadrone cacciatori, reparto speciale dell’Arma normalmente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata. Lo scopo è trovare tracce della bimba analizzando ogni intercapedine dell’ex albergo di via Maragliano. L’ipotesi che non sia mai uscita dalla struttura o che sia rimasta comunque in zona, infatti, rimane.
Il sopralluogo da parte del reparto di élite, disposto dalla procura di Firenze, andrà avanti per giorni.
Da martedì sera, inoltre, il padre della piccola è di nuovo detenuto. Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, Miguel Angel Romero Chicclo non avrebbe obbedito all’obbligo di firma a cui doveva sottostare da quando, poche ore dopo la scomparsa di sua figlia, il giudice gli aveva accordato la scarcerazione. L’uomo, in carcere per le accuse di furto e uso di carte di credito rubate, non si sarebbe presentato in caserma per quattro volte.
La vicenda
Kata, diminutivo di Kataleya, scompare verso le 15:00 di sabato 10 giugno: una telecamera pubblica la riprende uscire da sola dall’albergo e poi rientrarvi. Quando la madre torna poco dopo dal lavoro non la trova: chiede di lei, anche al fratello, ma nessuno sa niente. Una donna di un alloggio vicino le parla di un bisticcio tra bambine, con sua figlia che piangendo è tornata in casa. L’ipotesi più accreditata è sequestro a scopo di estorsione, ma non viene del tutto esclusa la pista della pedofilia.
Il 16 agosto un colpo di scena: una presunta telefonata del nonno recluso in carcere in Perù che assicura che “Kata sta bene e l’hanno rapita per errore”. Secondo il nonno Kata sarebbe stata trasferita in Perù, ma alla chiamata segue una smentita da parte dei legali dei genitori di Kata.
La svolta nelle indagini arriva a settembre, quando la Procura di Firenze notifica un avviso di garanzia a cinque ex occupanti dell’Astor. Tre di loro erano stati ripresi dalle telecamere mentre uscivano dall’ex albergo con un borsone e due trolley che, per dimensioni, “avrebbero potuto occultare la bambina”, dichiara la Procura.
A inizio ottobre la madre della bambina lancia un appello: ““Gli investigatori non la cerchino solo nell’ex Astor, ma anche nei palazzi vicini. Chi abitava nell’albergo occupato, sa cosa è successo quel giorno. Chi sa, parli. Finora non è stato fatto abbastanza per cercarla”, dichiara la donna, implorando che “non si abbandonino le ricerche.