ROMA – “Il Medio Oriente è nuovamente in fiamme a causa di un vile attacco”. Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – parlando nella sede della Food and Agriculture Organization (Fao) – ha definito l’azione di Hamas sui territori israeliani, sottolineando che “l’aumento delle tensioni internazionali fra Paesi e fra regioni del mondo” è “preoccupante”. Nel richiamare l’attenzione sull’importanza della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ricorrente nella giornata del 16 ottobre, il capo dello Stato ha poi bollato come “scellerata” la decisione di Mosca di uscire dall’accordo sul grano, evidenziando che “è un delitto utilizzare il cibo e l’acqua come mezzi di guerra”, in quanto essi fanno parte di “un più ampio diritto alla vita”.
Crosetto ipotizza l’evacuazione per i soldati dell’Unifil
In un’intervista al quotidiano La Repubblica il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato che “se capiremo che i nostri contingenti multinazionali sono in pericolo decideremo per il ritiro, in accordo con l’Onu”. Il riferimento è ai militari italiani impiegati in Libano, nell’area della missione Unifil, bersaglio di un razzo – poi deviato – nella giornata di domenica. Crosetto ha evidenziato che la decisione “non è nazionale”, ma spetta a valutazioni di più ampio respiro, in quanto sul campo sono presenti “spagnoli, francesi, indiani e tanti altri”.
Limitare le manifestazioni “pro-Palestina”. La proposta della Lega
Se il ministro della Difesa non si dichiara preoccupato di “chi porta in piazza pacificamente le proprie idee”, sottolineando di non vedere la problematicità di manifestazioni “a favore della Palestina, dei bambini e dei civili di Gaza, ma non di Hamas”, altrettanto non si può dire della Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini, come reso noto da uno dei suoi fedelissimi, il deputato Luca Toccalini, intende chiedere al Viminale “una stretta” sia per quanto riguarda le manifestazioni “pro-Palestina” – definite dal deputato “un’istigazione al terrorismo”- sia per “l’attività di certe moschee e in generale per le iniziative dichiaratamente pro Hamas”. La mossa leghista, però, incontra le resistenze degli altri partiti di maggioranza che ne sottolineano la possibile incompatibilità con la libertà di manifestare tutelata dal dettato costituzionale. Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, si è infatti dichiarato dubbioso, ritenendo che “bloccare le manifestazioni non violente non sia giusto”.
A sinistra, invece, i leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein, pur dichiarandosi categoricamente contro Hamas, ritengono un errore vietare le manifestazioni pacifiche.