GERUSALEMME – Il primo aereo americano che trasportava un carico di munizioni per l’esercito israeliano è arrivato nella base aerea di Nevatim. A confermarlo il servizio stampa delle Forze di difesa israeliane, che ha poi riferito che le munizioni sono “destinate ad effettuare attacchi significativi e a preparare ulteriori scenari”. L’esercito israeliano ha ringraziato gli Stati Uniti per il sostegno, evidenziando che “la cooperazione tra i nostri eserciti è più forte che mai”. A riprova di questo il segretario di Stato Antony Blinken da mercoledì 11 a venerdì 13 ottobre sarà in visita in Israele e in Giordania.
I corridoi umanitari
Non manca però un ammonimento da parte dell’amministrazione americana alle forze israeliane. Biden, infatti, nel corso di un colloquio con il presidente israeliano Netanyahu, ha ribadito che le forze armate devono evitare il più possibile di fare vittime civili. La Casa Bianca, in coordinamento con altri paesi, sta mettendo a punto un piano che offrirebbe un passaggio sicuro fuori da Gaza per i civili palestinesi e i cittadini americani qui residenti. Secondo quanto previsto, i civili palestinesi dovrebbero lasciare la Striscia in direzione dell’Egitto.
Il fronte palestinese
Da Hamas non c’è stata, per il momento, alcuna risposta militare in reazione all’invio di armi da parte degli Stati Uniti. Tuttavia il suo ex capo Khaled Meshaal ha rivolto un appello a tutto il mondo mussulmano, invitandolo a scendere in piazza venerdì dopo la preghiera al fine di manifestare il proprio sostegno ai palestinesi. C’è, però, grande attesa per le parole del primo ministro palestinese Shtayyeh, che parlerà dinanzi ai media internazionali, ma già nei giorni scorsi aveva ribadito il diritto del suo popolo a difendersi dagli attacchi di Israele.
Le dichiarazioni della comunità internazionale
Sul conflitto arrivano anche le parole del Papa che, nel corso dell’Udienza generale, pur sottolineando il “diritto di chi è attaccato di difendersi”, ha detto di essere “molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti”. Di un altro tono, invece, le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha invitato i leader occidentali a “non lasciare solo il popolo di Israele”. Anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha affermato che “l’Europa sta dalla parte di Israele”, ma anche la necessità di contenere “la destabilizzazione in Medio Oriente”. Il presidente turco Erdogan, al contrario, definisce “sproporzionati e infondati gli attacchi di Israele su Gaza”.
Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, atterrato in Egitto, al termine del suo colloquio con il Segretario Generale della Lega Araba Amhhed Abdoul ha evidenziato che Hamas sta “tentando di impedire qualunque tentativo di dialogo tra il mondo arabo e Israele”.
Il presidente russo Vladimir Putin, invece, dice di “non capire” perché gli Stati Uniti stiano dispiegando portaerei vicino alla costa di Israele e che per ogni mussulmano la questione palestinese è una “manifestazione di ingiustizia al massimo livello”.
Israele istituisce un governo di “emergenza nazionale”
Benyamin Netanyahu e Benny Gantz, leader del partito centrista, attualmente all’opposizione, sono arrivati a un accordo per dar vita a un “governo di emergenza nazionale” al fine di meglio fronteggiare la situazione.