ROMA – Matteo Bressan, analista e componente del Comitato Scientifico del Nato Defense College Foundation, ha rilasciato per noi di Lumsanews alcune dichiarazioni sull’attuale situazione geopolitica in Israele e le prospettive del conflitto in corso con Hamas.
Perché Hezbollah non è ancora entrata in guerra?
“Hezbollah e l’Iran, allo stato attuale, stanno dando legittimazione politica all’offensiva di Hamas contro Israele. Questo è scontato se consideriamo la natura del cosiddetto “asse della resistenza” che vede Iran, Hezbollah e Siria strategicamente collegate tra di loro. Tuttavia, la coincidenza di visione strategica dell’Iran con i suoi proxy non implica automaticamente l’apertura di un fronte in Libano e in Siria. Un simile scenario rappresenterebbe una minaccia esistenziale alla sicurezza di Israele. Resta da capire e da monitorare se gli scontri di queste ultime ore tra Hezbollah e Idf israeliane resteranno scontri isolati come accaduto anche in passato lungo il confine tra Libano e Israele oppure sono il preludio di uno scenario apocalittico. Uno scenario che inevitabilmente innescherebbe una crisi regionale senza precedenti”.
Gli attacchi coordinati di Hamas contro Israele del 7 ottobre potrebbero essere definiti come l’11 settembre israeliano?
Qual è il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto?
“Gli Stati Uniti stanno confermando con il dispiegamento navale del Carrier Strike Group nel Mediterraneo Orientale – di cui fa parte la portaerei USS Gerald R. Ford – la loro capacità di proiezione della forza e di assistenza ad Israele. Questa capacità può rappresentare in queste ore un forte messaggio di deterrenza anche nei confronti di altri attori non statuali”.