ROMA – Il governo scommette su famiglia, pensioni, lavoro e sanità per la legge di Bilancio; riforme strutturali per un costo che oscilla tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Un tesoretto inferiore ai 35 miliardi dell’anno scorso e per cui bisognerà “stringere la cinghia” sul dossier relativo al Ponte sullo Stretto – tanto caro alla Lega – e sugli altri che la stessa presidente del Consiglio Meloni ha definito come misure “per inseguire il consenso”. Le risorse, per la premier, devono essere concentrate su riforme credibili che rinforzino il welfare del Paese. E i ministeri, intanto, dovranno tagliare due miliardi dai loro fondi.
Nella futura legge di bilancio, alla voce “occupazione” spunteranno premi di produttività e fringe benefit per le tredicesime, oltre a un rinnovo del contratto dei dipendenti statali e il bonus per l’assunzione di giovani e donne. Sul tema natalità spunta la nuova professione di “assistente alla maternità”, per un’assistenza alle neomamme, oltre all’Iva calmierata per pannolini e biberon e bonus per i secondi figli. Per quanto riguarda la sanità, arriva il bonus Maroni per evitare il pensionamento anticipato dei medici, oltre alla conferma dell’Ape Sociale e Opzione Donna.