ROMA – La decisione definitiva di Eurostat su come contabilizzazione il Superbonus arriverà a metà 2024 e potrebbe avere un impatto drastico sui conti pubblici. Un’ulteriore preoccupazione per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, impegnato oggi in Consiglio dei ministri per l’approvazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef).
L’entità dei crediti rimasti incagliati ha infatti costretto l’agenzia europea a riconsiderare quanto previsto lo scorso febbraio, quando i crediti legati al Superbonus vennero classificati come “spesa pubblica” fra il 2020 e il 2022. Il rischio del mancato sblocco dei crediti è un ulteriore aumento del deficit per gli anni a venire (oltre 100 miliardi da spalmare fino al 2027). Tra le soluzioni al vaglio dell’esecutivo l’ipotesi di uno scambio, su base volontaria, in cui le banche cedono i crediti d’imposta ricevendo dal Mef titoli di Stato (Btp) di nuova emissione dello stesso valore. L’ammontare dei crediti disincagliati dalle banche, in ogni caso, non sarebbe tanto ampio da risolvere completamente il problema.