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Governo. Berlusconi dice no alla crisi di governo. Epifani: ma ora vogliamo un chiarimento

di Marina Bonifacio11 Luglio 2013
11 Luglio 2013

Dopo il summit lampo di ieri sera a Palazzo Grazioli, convocato d’urgenza a seguito della decisione della Cassazione di procedere nei confronti di Silvio Berlusconi, coinvolto nel processo Mediaset, le acque sembrano essersi calmate, almeno per ora. Berlusconi pare voler prediligere la linea soft scongiurando la crisi di governo. Il Cavaliere avrebbe infatti ribadito l’intenzione di tenere in vita questo esecutivo di larghe intese, evitando di essere lui il responsabile della caduta di Letta. Intanto stamattina il fedelissimo Bondi ha dichiarato: “Se Berlusconi viene condannato io lascio la politica. E con lui anche il capogruppo al Senato Renato Schifani: “Se ci sarà l’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi, sarebbe molto difficile proseguire l’esperienza”.


La bagarre in aula. Nessuna rottura, dunque. Il Cavaliere ribadisce ancora una volta idi voler separare l piano del governo da quello delle sue vicende processuali. Ma allo stesso tempo promette: da ora in avanti incalzeremo sulla questione Imu e Iva. Intanto, dopo la richiesta di sospensione dei lavori parlamentari, formulta ieri dal Pdl e votata dal Pd, stamattina le Camere sono tornate al solito lavoro. Ma il ricordo della bagarre di ieri è ancora cocente: alla richiesta dei pidiellini di tre giornate di stop, i democratici ne hanno concessa solo una. Contrari quelli di Sel, grillini e renziani. Quando uno dei deputati MS5 ha iniziato a urlare “Buffoni” a quelli del Pd è addirittura scoppiata una rissa e alla presidente Boldrini non è rimasto altro che sospendere la seduta.
La posizione del Pdl – “Se dovesse arrivare un No sulla richiesta di moratoria dei lavori parlamentari capiremo che non c’è un governo di coalizione”, ha detto Daniela Santanchè questa mattina ai microfoni di Radio 24. Ma il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, precisa: “l’anticipo della sentenza della Cassazione non mette a rischio la maggioranza, ma la democrazia in questo Paese. Noi continuiamo a fare il nostro lavoro e andiamo avanti”. “Non vogliamo nè aventiniani nè stop dei lavori. Avanziamo solo una richiesta di sospensione dei lavori parlamentari per oggi e domani per consentire al nostro partito di tenere un’assemblea permanente e la direzione nazionale. Penso che sia un atto dovuto da parte del Parlamento in segno di rispetto per il nostro dibattito, le nostre scelte, le nostre discussioni”, ha detto il capogruppo del Pdl Renato Brunetta. Intanto si rinforza la voce secondo la quale i parlamentari del Pdl avrebbero intenzione di riunirsi in assemblea permanente fino alla sentenza sul processo Mediaset. Idea “ridicola e totalmente priva di fondamento” per Epifani, che invoca l’intervento di Napolitano.
Il Pd vuole un chiarimento – “Il Pdl mette a rischio la funzione stessa di questo governo. C’è un limite oltre il quale il nostro senso di responsabilità non può andare. O il Pdl dimostra di essere interessato ai problemi del Paese e non alle vicende giudiziarie di Berlusconi, oppure con la stessa forza con cui abbiamo fatto nascere questo governo diciamo che così non si può andare avanti. Vogliamo un chiarimento”. Lo afferma Guglielmo Epifani in un’intervista rilasciata oggi all’Unità. Il segretario del Pd, in riferimento alla richiesta di sospensione dei lavori parlamentari, avanzata dal Pdl dopo l’anticipo dell’udienza in Cassazione sul caso Mediaset, parla di “richiesta insostenibile per qualsiasi democrazia”.
Il chiarimento della Cassazione – Intanto la Suprema Corte interviene sulla vicenda con una nota, rimarcando chela Cassazione ha l’obbligo di “determinare l’udienza di trattazione di ogni ricorso, prima della maturazione della prescrizione di alcuno dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare”. Nel caso specifico “l’ufficio addetto all’esame preliminare dei ricorsi ha rilevato che la maturazione della prescrizione di uno dei reati sarebbe potuta cadere il 1 agosto 2013, compreso nel periodo feriale, e il presidente della Sezione feriale ha conseguentemente fissato la trattazione del ricorso per una udienza antecedente a tale data, previa richiesta di abbreviazione dei termini proposta, nel rispetto della normativa processuale, dalla procura generale”. Il presidente della  Cassazione respinge inoltre gli attacchi alla Suprema Corte con riferimento al processo Mediaset:  “Ci siamo abituati a un linguaggio poco consono a una democrazia”, dice Giorgio Santacroce. E in particolare, riferendosi a un quotidiano che ha titolato “Banditi di Stato”, sostiene: “Tutti sono liberi di esprimere opinioni, ma nella correttezza”.

di Marina Bonifacio

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