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Agcom: crisi nelle comunicazioni. “Il futuro sono i giovani nativi digitali”

di Giulia Prosperetti19 Luglio 2013
19 Luglio 2013

 

Il divario digitale e l’arretratezza nell’uso di internet, l’allarme per la crisi del settore delle comunicazioni e le nuove forme di tutela del diritto d’autore fino ad arrivare alla questione dello scorporo della rete Telecom Italia. Questi i temi principali emersi dall’ultima relazione annuale dell’Agcom, l’autorità per le comunicazioni, presentata ieri al Parlamento.

Il DIGITAL DIVIDE – «L’Italia è al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero di individui che non hanno mai avuto accesso a internet. Sono il 37,2% contro una media europea del 22,4%». A non essere on line quasi un italiano su tre, dunque, secondo il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani. Un dato che riflette la composizione della società: se una fetta di popolazione è ai margini della rete il discrimine è dato da reddito, istruzione e, ovviamente, età. Guardando al futuro, infatti, lo scenario cambia radicalmente. Gli 8 milioni di ragazzi che oggi hanno meno di 15 anni (circa il 13% della popolazione) nei prossimi anni saranno tutti on line, portando nel nostro Paese un traffico IP che, secondo le previsioni, supererà quello di Germania, Francia e Regno Unito. Siamo, infatti, anche il Paese dove gli internauti hanno la più alta frequenza di accesso con oltre il 91% degli utenti che accede regolarmente ogni giorno, a fronte di una media europea del 79%.

LA CRISI DELLE COMUNICAZIONILa crisi che ha caratterizzato l’economia italiana tra il 2011 e il 2012 ha colpito il macrosettore delle comunicazioni (comprensivo dei settori media 26%, telecomunicazioni 62% e servizi postali 12%). Il suo valore per il 2012 è stato di 61,4 miliardi di euro con una perdita complessiva in termini di fatturato di 4,4 miliardi di euro rispetto al 2011. Tutti i media tradizionali hanno visto i ricavi in forte calo con un’importante contrazione della raccolta pubblicitaria. Una decrescita che ha investito principalmente l’editoria, i cui ricavi nel 2012 si sono ridotti ancora del 14%: in due anni un miliardo in meno di fatturato solo nella carta stampata che ha risentito anche del cambiamento nella struttura del mercato. In controtendenza solo internet con una crescita del 12% dei ricavi, sebbene rappresentino per ora solo il 4% del mercato totale.

Sul fronte dei servizi televisivi il 2012 ha incoronato Sky regina dei ricavi tv, con 2,63 miliardi di euro, davanti e Mediaset e Rai. Una notizia che non stupisce se si pensa che il colosso televisivo di Rupert Murdoch si approvvigiona con gli abbonamenti e non dipende, quindi, interamente dalla pubblicità.

NUOVE SFIDE – Tra le sfide future che aspettano l’Italia, per l’Agcom, c’è la realizzazione di nuove infrastrutture, che va incentivata attraverso la semplificazione amministrativa e la diversificazione delle tecnologie come NGN, LTE e  Wifi, la ripartizione delle frequenze in banda 700 tra televisione e telecomunicazioni (da portare avanti nel 2015-2020) e il tema del diritto d’autore sul quale il presidente dell’Agcom ha invitato il Parlamento a esprimersi riformando la legge per adeguarla alla nuova realtà tecnologica e di mercato.

 Giulia Prosperetti

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