Anna Florio, educatrice e responsabile Ifp del Centro Hurtado di Scampia a Napoli, una realtà che offre percorsi di formazione anche a ragazzi con precedenti, ha raccontato la sua esperienza a Lumsanews.
Quali sono i ragazzi che passano per il centro Hurtado?
“Da noi passano in maniera trasversale varie tipologie di ragazzi, dalle vittime di bullismo ai ragazzi a rischio dispersione scolastica fino a quelli a rischio marginalità e dunque con precedenti. Di questi, moltissimi operano in gruppo, alcuni con l’appoggio del mondo dei clan o agganciandosi a nuclei di criminalità più grandi (come nel caso della Paranza dei bambini); altri estranei al mondo dei clan ma avendo precedenti in famiglia. Nel primo caso parliamo di crimini un po’ più strutturali e di associazionismo”.
Come arrivano da voi?
“Noi come realtà ci occupiamo soprattutto di Ifp, e cioè corsi di istruzione e formazione professionale che qui in Campania sono stati affidati dal 2017 anche ad enti privati e dunque a realtà come la nostra e non più soltanto alla scuola pubblica. Di solito i ragazzi arrivano da noi attraverso le segnalazioni degli assistenti sociali ma anche direttamente dalle scuole che a volte ci mandano direttamente adolescenti che sono stati coinvolti in alcuni atti, e dunque sospesi e in uscita dal sistema scolastico ordinario”.
Cosa offrite ai ragazzi?
“Gli diamo un percorso di formazione professionale ma non solo, anche educativo e di crescita personale. Abbiamo un team formato da educatori e psicologi che offre un supporto ai ragazzi a 360 gradi, oltre a quello che possono avere nei loro nuclei familiari. Si tratta molto spesso di famiglie con precedenti penali. Quasi tutti i ragazzi che seguiamo hanno i genitori in carcere o ai domiciliari. Quindi sono famiglie quasi assenti, con tutte le problematiche del caso”.
La maggiore responsabilizzazione delle famiglie prevista dal decreto Caivano può funzionare come deterrente?
“Sì, abbiamo avvertito subito il cambiamento. Di solito le iscrizioni ci arrivano tramite le segnalazioni per dispersione scolastica da parte della scuola, specie per la fase di quella dell’obbligo e quindi fino ai 16 anni. Ora improvvisamente con questa nuova misura stanno arrivando tutta una serie di chiamate. Stanno giungendo genitori allarmati con figli già oltre l’obbligo scolastico ma ancora in obbligo formativo che chiedono di inserirli a scuola. E questo proprio a causa di questa manovra. Per loro è un problema, quindi probabilmente sta funzionando”.
I ragazzi che seguite sono a conoscenza del fatto che ora rischiano di più?
“Né sì né no. A Scampia c’è una visione un po’ distorta della legalità, ci sono pareri un po’ discordanti. Molti giustificano gli atti criminali come se fossero l’unica scelta perché magari non ci sono altre possibilità e bisogna in qualche modo pur vivere. Il taglio del reddito di cittadinanza, ad esempio, ha incattivito ancora di più alcuni nuclei familiari, paradossalmente giustificando ancor di più le azioni illegali. Noi cerchiamo di fare un lavoro sulla scelta, per fargli capire che non sono costretti a scegliere la strada dell’illegalità ma anzi che sono in grado di poter fare un percorso e di imparare a lavorare, a stare con gli altri e a comunicare in italiano”.