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HomeCronaca “L’intelligenza artificiale di Bard non è pensata per fare informazione”

"L'intelligenza artificiale
di Bard non è pensata
per fare informazione"

Il communications manager di Google

"Da vent'anni investiamo nel settore"

di Chiara Esposito19 Settembre 2023
19 Settembre 2023

Andrea Cristallini è Communications Manager di Google. A Lumsanews ha spiegato in che modo funziona Bard, il chatbot di Google basato sull’intelligenza artificiale, chiarendo se sia giusto che venga utilizzato per fare informazione e perché è importante continuare a investire in questa tecnologia.

Bard può essere utilizzato per fare informazione?
“Molte persone pensano che usare il motore di ricerca e usare Bard sia la stessa cosa, ma non è così. Sulla Search tu vai per cercare informazioni che esistono già mentre Bard va considerato come un collaboratore per la creatività che ti aiuta per avere nuove idee, stimoli e ispirazioni. Le AI generative, inoltre,  funzionano in modo probabilistico, facendo una stima di quella che potrebbe essere la parola successiva da inserire in un discorso. Bard mette insieme delle informazioni per darti a seconda della richiesta che fai un testo di senso compiuto ma non ti dice se i fatti sono verificati perchè non è quella la funzione. Ogni volta che Bard ti dà una risposta ti invita a cercare la conferma e ad approfondire su Google. Per ogni strumento c’è il suo utilizzo”.

Perchè Google investe sull’intelligenza artificiale?
“Il primo strumento di intelligenza artificiale risale al 2001 e veniva usato nel motore di ricerca per comprendere quelle ricerche che contenevano refusi, ad esempio “piza” invece di “pizza”. Quindi sono più di vent’anni che si investe in queste tecnologie, perché hanno il potenziale di risolvere grossi problemi, da quelli quotidiani – dal dirti quanto è affollata una strada o qual è il percorso più breve tra un punto e l’altro – a grandi questioni tipo: previsione delle alluvioni, previsioni degli incendi, diagnosi mediche e scoperte di nuovi farmaci, sempre come supporto agli specialisti. Questo è il motivo per cui serve una visione di lungo periodo, una visione che sia responsabile che tenga conto dei bisogni reali ma anche dei rischi”.

C’è il pericolo che Bard possa sostituire il lavoro del giornalista?
“No. L’intelligenza artificiale deve essere al servizio delle persone così come lo sono tanti strumenti tecnologici”.

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