DERNA – Sono almeno 30 mila gli sfollati registrati dopo le inondazioni che l’11 settembre hanno devastato la Libia. A rendere noto il numero monstre è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), proprio mentre in Europa e in Italia si riaccende la polemica sui flussi migratori. E non si ferma la conta delle vittime nella città di Derna, dove è avvenuta una vera e propria ecatombe. Sarebbero 6 mila infatti i morti accertati, ma si teme che il numero possa superare i 10 mila.
Egitto, Turchia e Algeria, i Paesi che hanno i rapporti più stretti con con la Libia, si sono mobilitati fin da subito per l’invio di aerei e squadre di soccorso. Ma anche le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e la Russia stanno provvedendo ai soccorsi. La protezione civile italiana, invece, è già sul posto. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proprio durante la giornata di martedì 12 settembre ha avuto una conversazione telefonica con il Primo Ministro del governo di Unità Nazionale libico Abdul Dabaiba. Nel corso della telefonata, Meloni ha ribadito le sue personali condoglianze e la solidarietà del Governo e del popolo italiano per le alluvioni che hanno colpito la città di Derna.
La premier ha sentito anche il Maresciallo Khalifa Haftar, che ha espresso una profonda riconoscenza per l’immediata mobilitazione dell’Italia nei confronti delle popolazioni colpite. Meloni ha ribadito il massimo sostegno italiano nell’aiuto al popolo libico: nella giornata di mercoledì’ 13 settembre, partiranno, dall’aeroporto militare di Pisa, 2 C 130J dell’Aeronautica Militare per tre viaggi che ospiteranno il trasporto di personale dei Vigili del fuoco ed esperti di rischio acquatico con attrezzature di supporto e materiale di prima necessità. Nel frattempo è già partita la nave San Giorgio della Marina che raggiungerà l’area di Derna per assicurare le funzioni logistiche, di Comando e Controllo, oltre che di supporto sanitario.
L’inondazione che ha colpito città di Derna è stata causata dalla rottura di due dighe della città, dighe costruite negli anni ‘70 del 900 e che non ricevevano manutenzione da molti anni. “Le dighe non vengono controllate dal 2002 e non sono molto alte”, ha affermato Il vicesindaco di Derna Ahmed Madroud. Secondo Madroud la prima diga crollata era di soli 70 metri. Una volta che l’acqua l’ha superata, si sarebbe accumulata sotto la seconda, provocando il crollo.