MARRAKECH – Si continua a scavare senza sosta, anche a mani nude, in una corsa disperata contro il tempo per salvare i sopravvissuti dalle macerie provocate dal terremoto di magnitudo 6.8 che venerdì 8 settembre ha scosso il Marocco. Il numero delle vittime continua a salire di ora in ora arrivando a quota 2.122 morti e 2.400 feriti gravi, secondo l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità locali. Alcune città e villaggi nelle zone montuose più colpite fuori da Marrakesh sono stati completamente rasi al suolo, mentre cresce la frustrazione della popolazione locale per gli scarsi aiuti, poiché le squadre d’intervento faticano a portare i macchinari nelle aree remote.
“L’aiuto internazionale è davvero necessario”, ha detto ai microfoni della Bbc il direttore regionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, Hossam El Sharkawi. I primi soccorsi sono già arrivati. Madrid ha inviato 86 uomini con otto cani cerca persona, sostegni in arrivo anche da Qatar, Regno Unito, e Emirati Arabi, anche se in molti nella comunità internazionale hanno offerto aiuti, tra cui anche l’Italia e la Francia. “Abbiamo messo a disposizione team di emergenza e sostegno sanitario”, ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre l’omonima francese Catherine Colonna, annuncia un pacchetto cinque milioni di euro per le ong che sono attualmente “sul posto”.
Colonna ha smentito l’esistenza di tensioni tra Parigi e Rabat dopo che il Marocco non ha accettato gli aiuti della Francia. La ministra ha invitato a “rispettare” le decisioni, di quello che è “un paese sovrano”, che ha deciso di “dare la priorità all’arrivo degli aiuti, rivolgendosi ai paesi disponibili caso per caso e non ricevendo aiuti che non corrisponderebbero alle necessità”. “In questa fase specifica”, spiega il governo nordafricano, la decisione di non accettare gli aiuti di tutti è stata presa “tenendo conto che la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente”.