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HomePolitica Stop ai cellulari e pene più severe
Il decreto Caivano divide FI e Lega

Criminalità giovanile
il nuovo decreto divide
Forza Italia e Lega

Salvini: "Minori pagano come gli adulti"

Tajani: "Non è una questione risolutiva"

di Lorenzo Sivilli07 Settembre 2023
07 Settembre 2023
criminalità giovanile

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito della criminalità giovanile

La dura stretta sulla criminalità giovanile arriva sul tavolo del Consiglio dei Ministri, che si appresta a varare un primo pacchetto sicurezza sulla base dei fatti di Palermo e Caivano. Le norme proposte creano divergenze tra Forza Italia e Lega, che si dividono  sulla questione del divieto dell’utilizzo dei cellulari.  

Le reazioni

“Stop ai cellulari? Non è una questione risolutiva”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della presentazione della legge sui femminicidi, “Mai Sole” rispondendo a distanza alle affermazioni di ieri del leader della Lega Matteo Salvini: “Un 14enne che uccide, rapina o spaccia deve pagare come un adulto”, aveva detto il leghista. “Considerare un minorenne armato un criminale non è possibile”, ha replicato Tajani, sottolineando l’importanza e l’efficacia dei carceri minorili. “Non possiamo rinunciare alla possibilità di far sì che questi giovani si allontanino dal mondo della criminalità”, ha concluso il ministro degli Esteri. Aspra anche la risposta dei partiti d’opposizione e dei quotidiani. Per la senatrice dell’Alleanza Verdi-Sinistra Ilaria Cucchi: “Inasprire le pene per i minori è pura follia”. 

Cosa prevede il decreto legge

Misure che si preannunciano stringenti saranno quelle che andranno a rivedere, in alcuni casi, gli articoli del Codice penale, offrendo maggior tutela anche alle vittime dei reati telematici. Oltre allo stop all’utilizzo del cellulare per i minori condannati per reati di primo o secondo grado, sarà inserita anche un norma che prevede la stretta sull’accesso ai siti pornografici. Restrizioni che arrivano anche sul fronte della dispersione scolastica. Viene sostituita, infatti, la multa di 30 euro ai danni dei genitori che non mandano i propri figli alla scuola dell’obbligo con un articolo del Codice Penale che prevede una pena fino a due anni di reclusione

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