ROMA – A partire dal 1. gennaio 2024 l’agevolazione del Superbonus per i condomini alle prese con la riqualificazione dei loro immobili scenderà di colpo dal 110 al 70%. Una quota che diminuirà poi al 65% nel 2025. Unica eccezione alla norma, gli immobili situati in comuni che hanno subito eventi sismici a partire dal 2009 e le aree alluvionate che potranno ancora avere il 110%.
Fino al 31 dicembre 2023, inoltre, l’agevolazione varrà solo per i condomini che avevano presentato la Cilas entro la fine del 2022, gli immobili Iacp e assimilati che al 30 giugno scorso hanno completato almeno il 60% dei lavori, i proprietari di case singole che al 30 settembre 2022 hanno compiuto almeno il 30% delle opere. I condomini e i proprietari di immobili indipendenti e con un quoziente familiare massimo di 15mila euro che hanno effettuato la comunicazione nel 2023 hanno diritto a una detrazione del 90%, anch’essa destinata a scendere al 70% l’anno prossimo e al 65% nel 2025.
L’ipotesi di proroga in base all’avanzamento dei lavori
Spostare la scadenza del 1. gennaio porterebbe un aumento della spesa sui conti pubblici, lasciarla invariata significherebbe il blocco dei cantieri. Ecco quindi delinearsi una soluzione di compromesso, una proroga che tiene conto dello stato di avanzamento dei lavori (Sal). Chi compie i lavori del Superbonus può richiedere l’agevolazione prima della fine in due occasioni purché attesti i requisiti tecnici sulla base del progetto e la sua realizzazione. Una prima volta quando abbia raggiunto il 30% dei lavori, una seconda volta al 60% dei lavori.
Bonus permanenti legati al reddito
Da ora all’inizio del 2024 c’è la Legge di Bilancio che potrebbe cambiare la situazione. Le intenzioni sarebbero quelle di razionalizzare i bonus rendendoli permanenti e legarli in parte al reddito del contribuente: una scelta che non presenta criticità se riferita ai lavori interni, ma molto più problematica per i lavori condominiali.