TORINO – Possibili responsabilità per il club e per la dirigenza bianconera, potenziale coinvolgimento dei procuratori dei calciatori – che potrebbero essere segnalati alla Commissione agenti sportivi federale -, mentre i calciatori rimarrebbero esclusi dalla vicenda. Si prospetta così l’esito conclusivo dell’inchiesta riguardante la manovra stipendi della Juventus durante la pandemia da Covid-19, che in questi giorni il procuratore federale, Giuseppe Chiné, ha concluso.
Quali sono i prossimi passi?
Ora tutto passerà in mano agli accusati, che potranno difendersi nelle sedi opportune. Il Tribunale Federale sarà poi chiamato ad avviare i propri lavori e decidere se optare per il deferimento o l’archiviazione dei soggetti coinvolti, per poi concludere il tutto entro la fine della stagione sportiva.
Cosa rischia la Juventus?
Ipotizzando che la Giustizia sportiva riesca a dimostrare la pattuizione al di fuori dei canali consentiti e del deposito dei documenti in Lega e Federcalcio (si tratta delle cosiddette “side letters”, rinvenute durante le perquisizioni inerenti all’inchiesta Prisma), la Vecchia Signora rischierebbe una larga ammenda e/o la penalizzazione in classifica di “uno o più punti”, mentre gli ex componenti della dirigenza potrebbero essere soggetti a nuove inibizioni da parte della Figc. Sarebbero invece salvi tutti i calciatori coinvolti, che se dovessero essere ritenuti responsabili subirebbero soltanto un mese di stop sui campi di gioco.
Salvi solo i calciatori coinvolti
D’altro canto, come riportato il 30 marzo dalla Gazzetta dello Sport, in merito all’inchiesta sulla manovra stipendi della Juventus, “nello scambio di mail fra i dirigenti della Juve di allora e gli agenti dei calciatori, la procura federale ha evidentemente ritenuto non sufficiente il livello di consapevolezza del comportamento tenuto dai giocatori e quindi la loro responsabilità diretta e acclarata nella violazione regolamentare”. Appare però differente, al momento, la posizione intrapresa dagli agenti degli stessi.