«Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta». Con queste parole Papa Francesco ha salutato le migliaia di persone che lo hanno accolto nel suo primo viaggio apostolico del pontificato, sull’isola di Lampedusa. Lungo il tragitto tra due ali di folla, a bordo di una campagnola nera messa a disposizione da un’abitante dell’isola, il Papa si è fermato più volte per benedire e baciare i bambini presenti. Una visita ricca di significati e gesti simbolici, come il lancio al largo delle acque dell’isola di una corona di fiori per ricordare i tanti migranti morti nel tentativo di sbarcare sulle coste italiane.
Questa mattina l’incontro, a Punta Favarolo, con le comunità di Lampedusa e Linosa, poi la preghiera davanti alla Statua della Madonna di Porto Salvo, protettrice dei pescatori e di Lampedusa, seguita dalla messa nello stadio della contrada Arena dell’isola. Una cerimonia penitenziale, con il Pontefice che ha scelto di indossare i paramenti viola, simbolo del lutto; in mano un bastone pastorale, costruito dal legno di un’imbarcazione affondata, opera di un falegname dell’isola. Con lo stesso legno è stato costruito anche l’altare per la messa. Un’omelia, quella di Papa Bergoglio, segnata da alcuni passaggi fondamentali come il messaggio agli immigrati di fede musulmana:«Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi e’ vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie»; il Pontefice ha poi attaccato gli scafisti «che sfruttano la povertà degli altri, che è fonte di guadagno» e ha concluso chiedendo a Dio «la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi».
Tra i commenti il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini:«Da domani nessuno potrà più chiudere gli occhi», e del presidente di Unicef Italia, Giacomo Guerrera:«La visita di Papa Francesco oggi a Lampedusa, e in particolare il gesto di lanciare in mare una corona di fiori assume un significato straordinario: tra questi migranti anche molti bambini innocenti. Un gesto di grande umanità e tenerezza che restituisce dignità a tanti piccoli invisibili».
Domenico Cavazzino