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HomeEsteri Trump, alta tensione per il possibile arresto

Alta tensione a New York
tra i sostenitori di Trump
per il possibile arresto

Il tycoon rischia l'incriminazione

per i soldi in nero a una ex pornostar

di Donatella Rosetti21 Marzo 2023
21 Marzo 2023

Gavin Mario Wax, presidente dei New York Republicans, parla ai giornalisti fuori dalla Manhattan Criminal Court | Foto: Ansa

NEW YORK – Sale alle stelle la tensione negli Stati Uniti a causa della possibile incriminazione di Donald Trump per i soldi in nero pagati alla pornostar Stormy Daniels, ma anche per estorsione e cospirazione. Trenta sostenitori del tycoon hanno manifestato davanti al tribunale di New York ma, contrariamente alle aspettative, la protesta davanti alla Manhattan Criminal Court è stata pacifica e pittoresca. Tante le persone con cappellini recanti lo slogan MAGA – Make American Great Again – e cori di supporto a Trump. La polizia, infatti, aveva blindato l’aula e schierato diverse camionette in previsione di una iniziativa più grande che per ora non c’è stata, ma che potrebbe verificarsi se l’ex presidente sarà condannato.

Un sostenitore di Trump | Foto: Ansa

I timori sulla sicurezza delle strade non sono infondati. Tre giorni fa Trump ha incitato i suoi supporters sul social Truth a manifestare e a riprendersi il Paese rivelando la notizia che sarebbe stato arrestato martedì 21 marzo. L’avvocato dell’ex presidente, Joe Tacopina, ha detto ad alcuni giornali americani che il suo cliente si consegnerà alle autorità senza complicazioni qualora venisse incriminato. Il magnate è accusato di aver pagato 130 mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels in cambio del silenzio sulla loro relazione passata, per non intaccare la candidatura alle presidenziali del 2016.

Inoltre, l’avvocato Robert Costello, citato dalla difesa di Trump, ha accusato il collega Michael Cohen, al tempo tuttofare del magnate, di aver deciso da solo di pagare l’attrice per risolvere il problema. Cohen invece ha detto di averle dato i soldi su ordine dell’ex presidente per evitare che facesse rivelazioni scomode durante la campagna presidenziale e di essere poi stato rimborsato con fondi elettorali sotto la falsa dicitura “spese legali”. L’inchiesta è condotta dal procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, magistrato democratico, che il magnate ha definito sempre su Truth “corrotto e politicizzato”. Se il tycoon fosse arrestato, sarebbe il primo processo penale affrontato da un presidente nella storia degli Stati Uniti.

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