ZURIGO – Credit Suisse contiene le perdite in Borsa con un calo del 2,1% a 0,80 franchi svizzeri, dopo il salvataggio da parte di Ubs. Crolla invece First Republic a Wall Street, dove la banca ha chiuso in calo del 47%: gli aiuti per 30 miliardi di dollari concessi dai maggiori istituti americani non sono riusciti a rassicurare il sistema finanziario.
Polemiche sull’accordo Ubs-Credit Suisse
Permangono i dubbi sull’efficacia del sodalizio Ubs-Credit Suisse, che ha scongiurato una crisi ad alto rischio ma ha comunque generato un terremoto per tutti gli attori coinvolti. L’acquisizione per 3 miliardi di franchi ha determinato, in chiusura di venerdì 19 marzo, una valutazione pari a meno della metà della capitalizzazione di Borsa.
Mentre l’Associazione bancaria svizzera ha provato a promuovere l’accordo come una garanzia di stabilità della piazza finanziaria elvetica, la Fondazione Ethos, che rappresenta fondi pensione e altri investitori istituzionali, ha affermato che “verranno valutate tutte le opzioni per determinare le responsabilità di questa débacle”. L’agenzia di rating S&P ha rivisito al ribasso l’outlook a negativo da stabile in seguito ai «rischi di esecuzione» legati all’acquisizione di Credit Suisse. E ha abbassato il giudizio sugli strumenti di capitale ibridi At1.
Scontro tra Bce e banca nazionale svizzera
Tuttavia le banche europee hanno criticato il salvataggio di domenica 19 marzo: la scelta di azzerare 16,3 miliardi di franchi di bond Additional tier 2, At1, potrebbe spingere i titolari delle obbligazioni a fare causa. Poiché agli investitori non è stato garantito lo stesso trattamento riservato ai soci di Credit Suisse, come la Saudi National Bank e la Qatar Authority, la Banca centrale europea ha preso le distanze dal metodo svizzero. Gli investitori, vedendo evaporare tutto il loro capitale, minacciano cause legali contro la decisione delle autorità elvetiche, letta come un sovvertimento delle regole standard.
A tranquillizzare i mercati è intervenuta la presidente della Bce Christine Lagarde, che ha assicurato che la banca centrale “è attrezzata per fornire, se necessario, un sostegno di liquidità al sistema finanziario dell’area euro”. Definendo “resiliente” il settore bancario europeo, Lagarde ha garantito che la Bce saggia regolarmente “la capacità delle banche di gestire il rischio”.