PARIGI – Il governo francese ha approvato definitivamente la riforma delle pensioni senza il voto dell’Assemblea nazionale. Il presidente Emmanuel Macron ha deciso di utilizzare l’articolo 49.3 della Costituzione per evitare un “rischiosissimo voto parlamentare”. Ora l’opposizione ha 24 ore di tempo per presentare una mozione di censura che, se approvata, farebbe cadere sia la riforma che il governo stesso.
“Il mio interesse politico sarebbe stato quello di andare al voto”, ha detto Macron durante il Consiglio dei Ministri del 16 marzo, “ma i rischi finanziari ed economici sono troppo grandi”. Anche la premier Elizabeth Borne si è schierata a difesa della riforma. “So bene che è uno sforzo importante per i francesi lavorare per altri due anni, ma lasciar credere che si possa pagare tutto con i debiti, questo non è serio”, ha detto Borne. All’annuncio in Parlamento della prima ministra in merito alla riforma, i deputati della Nupes, la coalizione di sinistra radicale, hanno reagito con fischi e grida, esibendo il cartello con su scritto “no alla pensione a 64 anni”.
Intanto la mobilitazione sociale si inasprisce. Numerose manifestazioni spontanee sono scoppiate in decine di città francesi. A Parigi, migliaia di persone hanno marciato per le vie del centro per raggiungere Place de la Concorde, dove si trova la sede dell’Assemblea Nazionale. La polizia, schierata in assetto antisommossa, ha tentato di bloccare i cortei ma ne sono scaturiti violenti scontri. Il bilancio conta circa 258 fermi nella capitale francese, 310 in totale.
Nella mattinata del 17 marzo, circa 200 manifestanti si sono riversati sulla “périphérique”, la tangenziale di Parigi, provocando ulteriori disordini. In merito alla guerriglia urbana si è espresso il ministro degli Interni Gèrald Darmanin. “L’opposizione è legittima, così come le manifestazioni”, ha detto ai microfoni di RTL, “il caos e i disordini no”.