ROMA – La riforma fiscale approda nel Consiglio dei ministri di giovedì 16 marzo, dopo l’incontro con le imprese di mercoledì e la bocciatura da parte dei sindacati, nell’incontro avvenuto martedì. La critica di Cgil, Cisl e Uil si basa non solo sul merito ma anche sul metodo.
I contenuti della riforma
L’obiettivo della riforma è l’estensione della flat tax a tutti, anche per i lavoratori dipendenti. Un cambiamento previsto anche per l’Irpef che passerà da quattro a tre scaglioni. Per le imprese invece si passerà a due aliquote Ires, con una riduzione per i redditi destinati a investimenti. Tra le misure già promosse c’è il graduale superamento dell’Irap. Il tema più caldo resta l’Iva. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha infatti parlato di aliquota a zero per pane, pasta e latte ma si pensa a una riorganizzazione graduale. Sul tavolo anche la possibilità di eliminare l’imposta di bollo, quella ipotecaria e quella catastale; sostituite, dunque, da un tributo unico, ipoteticamente in “misura fissa”. Per il pagamento al vaglio la possibilità di mezzi elettronici.
Attacco di Landini al governo
Una misura che va a favorire i redditi più alti, secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Un giudizio negativo esposto dal palco di Rimini dove il segretario ha inaugurato mercoledì 15 marzo il XIX incontro del congresso. “Il governo ritiri la delega fiscale per avviare un confronto di merito – ha detto – perché non è più accettabile che le entrate fiscali si reggano di fatto sul lavoro dipendente e pensionati”. Non è mancato, poi, l’appello ai segretari di Cisl e Uil. “Caro Luigi e caro Pierpaolo, è il momento dei mobilitarci. Facciamolo insieme.”, ha detto, paventando l’ipotesi di una mobilitazione probabilmente già nelle prossime settimane. Intanto, al Palacongressi di Rimini, è attesa venerdì la premier Giorgia Meloni.
Primo faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Elly Schlein
Mercoledì c’è stato il primo question time della premier, durante il quale Giorgia Meloni ha ribadito le proprie posizioni sulla questione salario minimo negando di fatto un possibile passo indietro sul tema. No anche al Mes: “Finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedere al Mes”, ha detto. Attacco da parte della segretaria del Pd, Elly Schlein che ha definito i membri del governo “incapaci, approssimativi e insensibili”.