MILANO – “Presenza strumentale, è una vergogna”. Insorgono così i circa trenta rappresentanti di Rete Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale, dell’Anpi e delle sigle sindacali Adl Cobas e Usb, contestando la presenza della sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti all’annuale cerimonia di commemorazione di Sergio Ramelli, il diciannovenne militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di estrema sinistra.
I manifestanti hanno preso parte al presidio non violento organizzato davanti all’Itis Molinari di Milano, contro la presenza ritenuta “strumentale” della sottosegretaria, di cui hanno chiesto a gran voce le dimissioni. Gli studenti, che si dichiarano contrari ad ogni forma di violenza, hanno ribadito “la difesa dei valori costituzionali di libertà”, nell’intento di ricordare Ramelli “per quello che era e senza censura: un picchiatore fascista”. Ma la reazione della sottosegretaria non si è fatta attendere. Sergio Ramelli “è stato ucciso da chi si diceva antifascista”, ha detto Frassinetti, ribadendo che “ricordare un ragazzo ammazzato a 18 anni in quel modo non può essere una provocazione”.