CUTRO (CROTONE) – Carcere fino a 30 anni per i trafficanti se causano la morte di più di una persona. È uno dei punti presenti nella bozza del decreto sul tavolo del Consiglio dei ministri che si svolgerà giovedì 9 marzo a Cutro. La scelta del luogo si collega alla volontà dell’esecutivo di dare un segnale forte e di porre fine alle polemiche. La priorità rimane quella di evitare altre tragedie in mare. Numerose le proteste: sui muri del comune calabrese sono apparse alcune scritte polemiche, tra cui la scritta “Cutro non difende Piantedosi”.
I punti della bozza di decreto
Il piano del governo prende dunque lentamente forma. Tra i punti chiave del decreto che avrà durata triennale, la stretta sugli scafisti. Chiunque “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato con modalità che mettono in pericolo di vita di più persone – si legge nella bozza – verrà punito con la reclusione da 20 a 30 anni”. Se dal fatto, invece, deriva la morte di una sola persona, la reclusione andrà da 15 a 24 anni. Il potenziamento dei centri di permanenza per i rimpatri è affidato all’articolo 9 della bozza. La realizzazione di queste strutture sarà effettuata fino al 31 dicembre 2025. Tra gli obiettivi del governo anche il rafforzamento della sorveglianza marittima. Secondo la bozza in possesso del quotidiano Il Foglio, il coordinamento sarà in capo al ministro della Difesa Guido Crosetto. Stretta anche sulla gestione dei centri per i migranti: “Il prefetto, con proprio decreto, nomina uno o più commissari per la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa”, si legge.
Intesa di vedute tra Meloni e Rutte
“La questione migratoria va affrontata partendo dalla difesa dei confini esterni e dalla lotta ai trafficanti”. Questa la visione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, condivisa con il premier olandese Mark Rutte, che ha incontrato ieri, mercoledì 8 marzo, a Palazzo Chigi. Il tema cruciale del confronto tra i due leader è stato proprio quello sui migranti. “Come sapete ho scritto una lettera alle massime istituzioni europee”, ha detto la premier. Lettera alla quale è giunta, sempre mercoledì, la risposta della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha confermato “un cambio d’approccio sulla questione migratoria”, come ha affermato la premier.
Blocco al trasferimento delle salme
È stato bloccato, intanto, il trasferimento di tutte le salme delle vittime al cimitero musulmano di Bologna dopo le proteste delle famiglie delle vittime del naufragio. Mercoledì 8 marzo il Comune di Cutro aveva rilasciato i certificati necessari per il trasferimento – con l’accordo delle famiglie – di 14 salme. Resteranno invece a Crotone le 17 salme per le quali le famiglie avevano deciso il trasferimento in Afghanistan: partiranno una volta superati gli ultimi problemi burocratici.