ROMA – Peggiorano le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico che da quattro mesi è in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41-bis. Lunedì è stato nuovamente trasferito dal carcere di Opera di Milano, dove è detenuto da fine gennaio, al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo.
È un ritorno nel reparto penitenziario dell’ospedale che segue la scelta di sospendere gli integratori dopo che la Corte di Cassazione, con la sentenza del 24 febbraio, ha respinto il suo ricorso contro il 41-bis. Flavi Rossi Albertini, il difensore dell’anarchico, precisa che non c’è “nessuna vocazione suicida” e che Cospito “sta facendo una battaglia per la vita”.
Il Comitato Nazionale di Bioetica, interpellato dal Ministero della Giustizia, ha espresso all’unanimità un parere in dieci punti sui quattro quesiti formulati dal dicastero in merito al rifiuto e alla rinuncia dei trattamenti sanitari da parte di una persona detenuta. Nella sua riunione plenaria del 6 marzo, infatti, i membri del Cnb hanno condiviso la scelta del “rifiuto di adottare misure coercitive contro la volontà attuale della persona” ritenendo che non vi siano motivi giuridicamente e bioeticamente fondati. Tradotto: Cospito non può essere sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori, non può essere alimentato forzatamente né costretto a bere.