BRUXELLES – Nuovo rinvio del voto sullo stop alla vendita di auto e veicoli a benzina o diesel dal 2035. Il voto, dopo lo slittamento da mercoledì 1 a venerdì 3 marzo, va verso un nuovo slittamento. A renderlo noto è stata la presidenza svedese precisando che “non è stata ancora decisa una nuova data”.
L’Europa divisa sul voto
È ancora stallo in Europa sullo stop al voto sulla vendita di auto a benzina e diesel. Il ministro francese per l’Industria, Roland Lescure, aveva affermato come l’impegno fosse stato “preso da tutti gli Stati membri”. Ma l’Ue rimane ancora divisa. Tra le posizioni contrarie vi sono quelle di Polonia e Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia astenuta).
La posizione di Berlino
A pesare è soprattutto la posizione della Germania. Il partito liberale che fa parte della coalizione di governo ha frenato sulla decisione, aprendo un problema nella maggioranza (di cui fanno parte Spd e Verdi). Il governo è dunque diviso. I liberali spingono per avere una serie di condizioni a tutela dei carburanti puliti, mentre verdi e socialdemocratici sarebbero favorevoli per un via libera allo stop del 2035.
Italia da favorevole a contraria
Con il cambio di governo l’Italia ha deciso di rivedere la posizione iniziale. A spiegarne le ragioni è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un punto stampa a Bruxelles. Il voto contrario è “un segnale per quanto riguarda tutta l’attività che la Commissione e l’Ue faranno sui dossier che sono ancora aperti”, ha spiegato. Il rinvio del voto a data da destinarsi è stato accolto inoltre come un “grande segnale” dal partito guidato da Matteo Salvini, che ha sottolineato come il nostro governo abbia “dimostrato di offrire argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali”.
Cosa prevede l’accordo
L’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento Ue prevede un obbiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le nuove autovetture e del 50% per i furgoni. Il raggiungimento dei risultati è stato fissato entro il 2030. L’altro obiettivo è la riduzione delle emissioni di CO2 del 100% – entro il 2035 – sia per le autovetture nuove che per i furgoni nuovi. Ciò segnerebbe di fatto il definitivo passaggio alla mobilità elettrica.