L’effetto Superbonus sul deficit c’è e si vede. Ma quasi solo sul 2022. La classificazione dell’Istat che ha permesso di concentrare negli anni passati l’impatto della maxi agevolazione sui conti pubblici, è un’ottima notizia per il governo Meloni. Inoltre, sempre secondo Istat, la crescita del Pil nello scorso anno è stata trainata dalle costruzioni (+10,2%) e dai servizi (+4,8%), in linea con la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef), presentato dal ministero dell’Economia. Ma gli sconti fiscali sfuggiti alle previsioni del governo Conte 2 hanno creato anche la crescita del deficit all’8%. Stando ai dati riportati dall’inchiesta de Il Fatto Quotidiano di giovedì 2 marzo, il freno dell’industria (-0,1%) e dell’agricoltura (-1,8%) ha impedito di raggiungere le stime dello scorso anno (3,9%). “I bonus edilizi avevano creato un effetto allucinogeno”, ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in merito.
Stando ai dati dunque, il ricalcolo dei fondi libera spazio fiscale per il futuro. La percentuale ora tiene conto dei crediti d’imposta, ma il caos nel settore permane. L’inchiesta de Il Fatto Quotidiano però, sposta il focus dell’indagine sui 40 miliardi di euro circa a disposizione del governo fino al 2025, a cui la premier Giorgia Meloni non ha mai fatto riferimento. “L’esecutivo ha raccontato per settimane una balla colossale basata su calcoli strampalati”, spiega il senatore e vicepresidente dei Cinque Stelle Mario Turco, “Hanno ripetuto all’infinito che il Superbonus stava sfasciando i conti, invece l’Istat rivede al rialzo il Pil. Dovrebbero fare immediata marcia indietro”.
La presidente dell’Associazione nazionale costruttori di Confindustria Federica Brancaccio ha specificato come il Superbonus abbia rilanciato il sistema economico nonostante le criticità riscontrate: “Istat ed Eurostat hanno chiarito che i crediti dei bonus edilizi sono già contabilizzati nel bilancio dello Stato e devono essere pagati subito famiglie e imprese”. Intanto, nella giornata di giovedì 2 marzo, si terrà l’audizione in Commissione Finanze alla Camera, nel quale sarà ascoltato il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per trovare la quadra.