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HomePolitica Schlein risponde a Bonaccini: “Non ho offerto posti”

Schlein risponde a Bonaccini
"Nessuno mi ha chiesto nulla
e non ho offerto posti"

Attesi ai gazebo poco più di un milione

"Il cambiamento si fa, non si dice"

di Maddalena Lai23 Febbraio 2023
23 Febbraio 2023

Stefano Bonaccini e Elly Schlein durante ultimo dibattito televisivo | foto Ansa

ROMA – “Né Orlando né Franceschini mi hanno chiesto nulla. Le persone scelte, come Furfaro o Gribaudo, rappresentano la classe dirigente che vogliamo proporre per il nuovo Pd. Non ho offerto posti a nessuno ed è la libertà che mi tengo stretta”. Con queste parole Elly Schlein ha replicato a Stefano Bonaccini che ha insinuato che sia sostenuta da tutta l’attuale classe dirigente dei democratici, colpevole degli ultimi disastrosi tracolli elettorali e della perpetua crisi del partito.

Mancano pochi giorni per un voto cruciale per il Pd. Domenica 26 febbraio gli elettori del Partito democratico saranno chiamati ai gazebo per scegliere il titolare della segreteria dopo le annunciate dimissioni, all’indomani della sconfitta alle elezioni politiche, dell’attuale segretario Enrico Letta. A contendersi la leadership del Nazareno – dopo aver lasciato indietro gli altri due pretendenti Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – saranno Stefano Bonaccini, attuale governatore dell’Emilia Romagna, e Elly Schlein, eletta alla Camera come indipendente nella lista del Partito Democratico.

I due si conoscono benissimo, avendo lavorato fianco a fianco negli ultimi anni in Regione. Schlein, infatti, era la vicepresidente della giunta presieduta da Stefano Bonaccini e ha rassegnato le sue dimissioni quest’estate per potersi candidare alle politiche. Se entrambi si sono dichiarati disposti alla collaborazione in caso di vittoria della controparte, è innegabile che, a pochi giorni dal voto decisivo, le frizioni tra i due si siano notevolmente inasprite.

Dai sondaggi non è ancora chiaro chi la spunterà. Se gli elettori sceglieranno la concretezza dell’amministratore con lo sguardo rivolto alle politiche del lavoro o l’outsider concentrata, invece, sui diritti civili e la questione ambientale. Quello che è certo è che la partecipazione alle primarie vedrà affluenze di gran lunga inferiori a quelle degli anni passati – sono attese, infatti, poco più di un milione di persone – e che, dal vincitore, dipenderanno le sorti di un partito da tempo in crisi.

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