MOSCA – Il presidente russo Vladimir Putin ha revocato il decreto che dal 2012 sosteneva in parte la sovranità della Moldavia nell’ambito delle politiche sul futuro della Transnistria, regione separatista sostenuta da Mosca. La revoca, pubblicata sul sito del Cremlino, abroga il provvedimento che delineava la politica estera russa di 11 anni fa e che presupponeva relazioni più strette con Unione Europea e Usa. La decisione è stata presa, come riporta il Cremlino, per garantire gli interessi russi relativamente ai cambiamenti attuali nelle relazioni internazionali.
Approvata la sospensione del New Start
Dopo il discorso alla nazione del 21 febbraio, con il quale Vladimir Putin ha annunciato di voler sospendere la partecipazione di Mosca al trattato New Start, è arrivata l’approvazione da parte della Duma, la camera bassa del Parlamento russo. Un atto dovuto, che conferma la linea dell’escalation militare e del confronto tra Mosca e Occidente. La Russia, ha spiegato il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov, continuerà ad aderire al nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche ma, in merito alla possibilità di riprendere la partecipazione al New Start, Dmitri Peskov dichiara che “tutto dipenderà dall’Occidente”.
Il commento dell’ex presidente
“Abbiamo il diritto di difenderci con ogni arma”. Queste le ultime dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev. Braccio destro di Putin, Medvedev ha attaccato gli Stati Uniti sostenendo la necessità di Mosca di difendersi dall’Occidente con ogni mezzo, a partire dall’utilizzo di armi nucleari. Gli errori della politica di Washington, sottolinea l’ex presidente su Telegram, sarebbero dovuti al loro senso di “superiorità e impunità”. La sospensione del trattato sarebbe comunque legata alla necessità di includere gli arsenali strategici di Gran Bretagna e Francia nel New Start, nell’ottica di poter controllare tutte le potenze nucleari della Nato.