In Italia il rischio siccità c’è, ed è molto elevato. Il quadro delineato da Legambiente, infatti, è desolante e ha fatto scattare l’allarme. La neve è ormai dimezzata sulle Alpi (-53%), i laghi e i fiumi sono in sofferenza da mesi e i corsi d’acqua hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità del distretto del Po, dell’Appennino settentrionale e di quello centrale.
Il piano di Legambiente per il risanamento idrico
Per questo, l’associazione ambientalista ha lanciato un appello al governo Meloni, indicando le priorità da seguire per mettere in atto una strategia nazionale idrica. Un piano strutturato in otto punti, con interventi da effettuare a breve, medio e lungo termine che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre gli sprechi d’acqua. Come spiega l’associazione, infatti, a partire dai prossimi mesi “la domanda di acqua per uso agricolo sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità”.
Coldiretti: “L’acqua è essenziale per tutto il territorio”
Anche Coldiretti appare pessimista sulla questione. L’organizzazione ha annunciato che “per tornare alla normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive sarebbe necessario oltre un intero mese di pioggia”. L’arrivo di precipitazioni, infatti, “aiuterebbe i cereali in campo e consentirebbe le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30%, che sale addirittura al 40% nel nord Italia”. Sono già ottomila in meno i campi di riso, ma sono in calo anche le semine di mais cruciali per l’alimentazione del bestiame. Per il presidente, Ettore Prandini, “gli agricoltori dovranno promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. L’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio”.