ROMA – Tempi abbreviati e più poteri al governo sulla gestione del Pnrr: queste le novità del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri nella serata del 16 febbraio. Le parole d’ordine dietro il decreto sono rafforzamento e accentramento. Le misure “semplificano l’efficacia della messa in atto dei progetti”, ha spiegato il vicepremier Antonio Tajani, che ha poi spiegato: “C’erano disfunzioni da correggere per migliorare la situazione organizzativa”.
Semplificato il dialogo con la Commissione Ue
Sparisce l’Agenzia della coesione a favore di una nuova regia esclusiva nelle mani dell’esecutivo, che dialogherà direttamente con la Commissione Ue. Proprio la Commissione ha fatto slittare a fine marzo l’eventuale versamento dei 19 miliardi di euro della terza tranche del fondo. Tre mesi invece di due per valutare il dossier che documenta il raggiungimento da parte del nostro paese dei 55 obiettivi, che, spiega Bruxelles, dovranno essere vagliati anche dalla Corte dei Conti Ue.
Alcune misure previste dal decreto
Tra le misure, giustificate dal tentativo di aggirare i ritardi burocratici – che potrebbero pregiudicare la devoluzione degli ultimi 124 miliardi – la semplificazione riguardo alla Valutazione di impatto ambientale, ora di responsabilità del ministero dell’Ambiente, che accelererà l’ultimazione degli impianti di energia green. È attesa per il 30 aprile la proposta di modifica del Pnrr curata dal ministro responsabile Raffaele Fitto.
Proprio Fitto spiega che “serve un intervento per far parlare diversi programmi, coesione e Pnrr”. I dati dei Fondi di coesione, spiega il ministro, “ci vedono tra gli ultimi per risultati raggiunti: era necessario porvi rimedio”. I risultati riguardano le procedure di appalto, la tutela dei beni culturali (curati dall’apposita Soprintendenza). In riforma anche le autorizzazioni per le realizzazioni di infrastrutture, le opere per il Giublileo 2025. Istituita anche l’Agenzia italiana per la Gioventù, che rientra nella quinta delle sei missioni previste dal Pnrr.