ISTANBUL – Sale il numero delle persone estratte dalle macerie, dopo il terremoto che il 6 febbraio ha devastato la regione al confine tra Turchia e Siria. Sono otto mila i sopravvissuti salvati dai palazzi crollati, secondo quanto annunciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ma il bilancio delle vittime, ora intorno a 41mila, è destinato a crescere ancora. Forse perfino a raddoppiare. In una Siria già sfigurata da 12 anni di guerra i morti accertati sono oltre 10mila, equamente distribuiti tra le zone amministrate dal governo e quelle sotto il controllo dei ribelli. Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha annunciato la decisione del presidente siriano Bashar Al-Assad di consentire ai soccorsi l’accesso ai territori occupati dai gruppi ribelli. L’apertura dei due valichi di Bab Al-Salam e Al Ra’ee è fondamentale per consentire la tempestiva consegna di aiuti umanitari alla popolazione siriana colpita dalla catastrofe. Oltre a facilitare la distribuzione di alimenti, coperte e beni di prima necessità, la misura consentirà di accelerare l’approvazione dei visti.
Continuano i miracoli
La terra si è spostata di 4 metri, e con il passare delle ore la speranza di trovare dei sopravvissuti comincia a scemare. Ma nonostante le difficoltà la protezione civile continua a lavorare, con dei risultati che tengono alto il morale di chi spera che amici e familiari possano ancora essere salvati. Il presidente turco ha affermato che oltre 81mila persone ferite sono state dimesse dagli ospedali. Dopo i salvataggi di ieri, 13 febbraio, in Turchia, dove sono state estratte dalle macerie dopo oltre 170 ore una bambina di 6 anni, una donna di 70 e un ragazzo di 12, anche oggi continuano quelli che sembrano essere dei miracoli. Due persone sono state tratte in salvo nella provincia turca di Kahramanmaras, dopo essere rimaste intrappolate per 198 ore sotto i resti dei palazzi crollati.
Inizia la fase umanitaria
Il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths, in visita nella città siriana di Aleppo, ha dichiarato che la fase di salvataggio, cioè quella dell’estrazione delle persone dalle macerie, sta finendo. Ora comincia quella umanitaria, e si tratta di assicurare ai civili colpiti un riparo e del cibo. Ma anche un’indispensabile assistenza psicologica, che li aiuti a immaginare un senso del futuro.