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Fiat, sgarbo di Boldrini a Marchionne. «Non verrò in visita alla Fiat di Val di Sangro. I diritti dei lavoratori si rispettano»

di alessia.argentieri05 Luglio 2013
05 Luglio 2013

La Boldrini dice no a Marchionne declinando l’invito a partecipare alla cerimonia del 9 luglio nello stabilimento Fiat di Atessa, in provincia di Chieti, a cui era stata invitata dall’amministratore dell’azienda piemontese lo scorso 28 giugno. La motivazione del presidente della Camera è che ha precedenti impegni istituzionali. Ma in una lettera

all’amministratore delegato Fiat la Boldrini scrive: “Non è certo con le gare al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa. Lei ha giustamente notato il mio interessamento ai temi del lavoro, in questa particolare fase di crisi economica. Non si tratta soltanto di sensibilità personale. Ritengo un dovere per chi rappresenta le istituzioni dedicare il massimo impegno al tema del lavoro in tutte le sue declinazioni: la disoccupazione giovanile, la precarietà, la perdita del posto per persone non più giovani e con famiglia”.

La presidente della Camera difende quindi il dialogo sociale e le relazioni industriali costruttive. Il riferimento qui è chiaro. Marchionne aveva criticato la decisione della Boldrini di ricevere i rappresentanti della Fiom dopo la manifestazione a Roma.
E poi aggiunge: “Per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all’estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale”.

La Boldrini spiega poi che sia la politica, sia il mondo sindacale, sia quello imprenditoriale sono chiamati a nuove sfide e secondo le sue “esperienze di vita e lavoro”, che l’hanno portata “a guardare tutto da un’ottica globale”, non servono soluzioni “di corto respiro”, ma serve un progetto completamente nuovo e “una politica industriale basata su modelli di sviluppo sostenibile sia a livello economico che ambientale e sociale”.
Bacchetta poi Marchionne: “Lei concorderà che le vecchie ricette hanno fallito e che ne servono di nuove. Affinché il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell’innovazione, tanto dei prodotti quanto dei processi”.

Alessia Argentieri

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