TORINO – Nella mattinata di oggi, 8 febbraio, verranno sentiti dai magistrati cinque giovani, di cui due diciottenni e tre minorenni, tra i quindici e i diciassette anni, fermati durante le indagini per il ferimento di un ragazzo ai Murazzi il 21 gennaio.
La responsabile del fascicolo d’indagine è la pm Livia Locci, affiancata dalla Procura dei minori. Il gruppo di giovani è ritenuto responsabile del lancio di una bicicletta elettrica a Torino, scagliata oltre la balaustra di piazza Vittorio Veneto. I cinque, quattro dei quali con precedenti, sono accusati di tentato omicidio poiché il lancio della bicicletta colpì un ragazzo palermitano, rimasto in prognosi riservata fino al 3 febbraio scorso. Il giovane è ancora ricoverato in terapia intensiva presso il Cto di Torino.
Il provvedimento, emesso dalla Procura del capoluogo piemontese, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino. L’avvio delle indagini è stato possibile grazie all’analisi delle numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi all’accaduto, nonché la visione dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati, i quali hanno permesso di raccogliere prove che dimostrerebbero la responsabilità dei ragazzi indagati. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i cinque giovani, giunti presso il lungo Po Cadorna, avrebbero scagliato la bici dalla balconata senza un apparente motivo. Successivamente, avrebbero lasciato il centro città utilizzando i mezzi pubblici per fare ritorno al quartiere di provenienza.
“Voglio davvero esprimere la mia gratitudine agli investigatori dell’Arma”. Queste le parole di gratitudine espresse dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Il commento, pubblicato sui social, è accompagnato da un messaggio di incoraggiamento per il giovane ragazzo vittima dell’accaduto e per la sua famiglia. Stessa solidarietà espressa dalla ex sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino e dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, il quale, oltre ai ringraziamenti per il lavoro del Comando provinciale di Torino, rivolge un plauso ai giovani che con le loro testimonianze hanno contribuito alle indagini.