ROMA – Secondo il report del Covip, nel 2022 i rendimenti dei fondi di previdenza integrativa sono stati fortemente negativi a causa del calo dei mercati azionari e del rialzo dei tassi di interesse. Al contrario, il Tfr si è rivalutato, segnando un +8,3%. Per quanto riguarda i rendimenti netti, da registrare il -9,8% per i fondi negoziali, il -10,7% per i fondi aperti e il -11,5% per i Piani pensionistici individuali. Se poi si allarga l’orizzonte al periodo compreso tra il 2013 e lo scorso anno, il rendimento medio annuo composto, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, è stato del 2,2% per i fondi negoziali e del 2,5% per i fondi aperti, a fronte di una rivalutazione del Tfr pari al 2,4%.
Diminuiscono in percentuale anche le risorse destinate alle prestazioni dei fondi di previdenza integrativa, che a fine dicembre 2022 ammontavano a 205 miliardi di euro, con una riduzione del 3,6% rispetto a dicembre 2021. Se per fondi negoziali e fondi aperti si riscontra un calo nell’attivo, rispettivamente del 6,5% e del 3,2%, per i Pip “nuovi” si registra un attivo di 45,1 miliardi di euro, che in percentuale corrisponde ad un +2,6%. Il totale dei contributi incassati ammonta a 13,9 miliardi, vale a dire un +4,2% rispetto al 2021.
A dicembre 2022, come sottolinea il report, le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari erano 10,3 milioni, in crescita del +5,8% rispetto alla fine del 2021. Nei fondi negoziali si registrano 349mila posizioni in relazione alla fine dell’anno precedente (+10,1%), per un totale di 3,806 milioni. L’incremento continua a dipendere soprattutto dall’apporto delle adesioni contrattuali (circa 200mila). Un contribuito determinante è stato dato dall’attivazione dell’adesione anche attraverso il meccanismo del silenzio-assenso per i neo-assunti del pubblico impiego (circa 80mila). Infine, si rilevano 106mila posizioni in più nei fondi aperti (+6,1%) e 84mila posizioni in più nei PIP “nuovi” (+2,3%), per un totale di 1,842 e 3,697 milioni di unità.