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HomeEconomia Google ancora nel mirino del governo degli Stati Uniti

Negli Stati Uniti
Google sotto accusa
per posizione dominante

Nelle prossime ore verrà presentata

la seconda denuncia all'azienda

di Giulia Mutti24 Gennaio 2023
24 Gennaio 2023

Ufficio di Google a New York. Foto Ansa. EPA/JUSTIN LANE

WASHINGTON – È attesa, in giornata, una denuncia da parte dell’amministrazione statunitense nei confronti di Google per mettere maggiore chiarezza sulla posizione dominante nella pubblicità online. Lo riporta il sito americano Bloomberg News. La causa dovrebbe partire dal dipartimento di Giustizia, già nelle prossime ore. L’obiettivo è quello di accendere i riflettori sulla gestione corretta della pubblicità.

Google, infatti, ottiene dalle inserzioni l’80% dei suoi ricavi. In particolare, da quella legata all’uso dei quotidiani, siti web, e altre testate. Ciò ha acceso un campanello d’allarme all’antitrust su una legale distribuzione dei ricavi. Non appare trasparente, infatti, quanto dei ricavi degli inserzionisti vadano a Google e quanti, invece, vadano alle testate.

È la seconda volta che l’antitrust americano presenta una denuncia nei confronti del colosso del web. La prima è avvenuta nel 2020 per mettere in luce le pratiche utilizzate dal gigante tech sul monopolio detenuto sui motori di ricerca. Il processo doveva iniziare il prossimo settembre. Nei documenti del dipartimento di Giustizia, si accusava Google di mantenere illegalmente il monopolio attraverso accordi e contratti commerciali esclusivi che tagliavano fuori la concorrenza.

Questa causa è stata intentata in un periodo turbolento per l’azienda. Nel corso dei prossimi mesi, infatti, Google potrebbe riuscire a lanciare un software di intelligenza artificiale, che competerà direttamente con Chat GPT, sistema legato a Open AI e dunque a Microsoft, che, negli ultimi periodi, sta dando del filo da torcere al famoso motore di ricerca. Il sistema Chat GPT sta diventando particolarmente popolare per la facilità che offre agli utenti di interazione e di risposta alle domande. E ciò potrebbe diventare una potenziale minaccia proprio per il popolare motore di ricerca.

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