ROMA – L’archiviazione della legge Fornero. Questo uno dei punti dell’incontro di questa mattina 19 gennaio tra la ministra del Lavoro Marina Calderone e i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Una riunione volta a fissare temi e calendario di una nuova proposta di legge. Una prospettiva non facile ma che secondo la ministra del lavoro potrebbe avere la sua prima bozza già tra sei mesi.
Ma la disillusione serpeggia tra i sindacati, soprattutto dopo le misure prese dalla manovra nei confronti di Opzione Donna e dal taglio da 17 miliardi in tre anni della rivalutazione degli assegni. Sindacati uniti sul fronte delle proposte, tra cui spicca l’uscita a 62 anni senza penalità o 41 di contributi e la tutela per le donne e per le professioni con mansioni gravose. “Il governo dovrebbe dare risposte precise sulla riforma del sistema previdenziale in tempi brevi in modo da poter inserire gli interventi prima di giugno”, ha detto il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri.
Una perplessità condivisa anche dai capigruppo del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato Davide Aiello e Orfeo Mazzella che in una nota hanno sottolineato come “Visto com’è andata in legge di Bilancio, con Quota 103 e Opzione Donna estremamente penalizzanti per le lavoratrici e il taglio delle rivalutazioni che porterà 1.300 euro l’anno in meno nelle tasche del ceto medio, sul fronte delle pensioni non ci aspettiamo granché da questo Governo.”
È una situazione critica quella che emerge dall’incontro. Secondo il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ci sarebbe un quadro generale negativo per il 2029, con un rapporto lavoratori e pensionati che cala dall’1,4 all’1,3 per arrivare al 2050 a uno a uno. Criticità, da ricercare nelle modalità della gestione del pubblico impiego e aggravato dagli stipendi erosi dall’inflazione.
Riflessioni che non possono non riportare alle dichiarazioni fatte ieri dai sindacati: “In Francia si scende in piazza contro una riforma che alza l’età d’uscita da 62 a 64 anni, quando noi andiamo verso i 70 anni e con i conti migliori di quanto ci viene attribuito eppure l’Europa ci bacchetta”.
Nella foto in alto Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro, foto Ansa