ROMA – Questa mattina, nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono state presentate le iniziative per la Giornata della Memoria 2023.
Tra le più importanti c’è la proiezione del docufilm “Il respiro di Shlomo” il 23 gennaio al Teatro dell’Opera di Roma. Al lungometraggio, dedicato alla figura di Shlomo Venezia, scrittore e superstite della Shoah morto nel 2012, seguirà un concerto. Il violino, suonato dal maestro Francesco Lotaro, apparteneva a Jan Hillebrand ed è stato recuperato ad Aushwitz. Altra iniziativa presentata è la sesta edizione di Run for Mem, la corsa per la memoria ideata proprio da Ucei, che si terrà a Milano domenica 29 gennaio.
Il dibattito si è aperto alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano e della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Noemi Di Segni.
Le parole del sottosegretario Mantovano
Il sottosegretario Mantovano ha aperto la conferenza, ricordando subito l’importanza che in tutto il Paese ha questa data. “La giornata della Memoria serve a far sì che non si dia una lettura fuorviante, banalizzante, come fosse di solo interesse della comunità ebraica. Serve, invece, a inquadrare correttamente cosa è stata veramente la Shoah, sottolineando che interessa a tutti”. Al centro del suo discorso anche il tema della banalizzazione e dell’indifferenza. Questi sentimenti, diffusi soprattutto tra i giovani, possono essere sconfitti con un “linguaggio più vicino e appropriato”, come ha sottolineato lo stesso Mantovano.
Presente anche la presidente UCEI Di Segni
La presidente Di Segni ha poi preso la parola, affermando che questi “sono temi che sembrano marginali, ma che sono in realtà alla base delle relazioni con cui il paese va avanti e costruisce il proprio futuro”. E soprattutto “in parallelo ad un’Italia che manifesta segni di nostalgia preoccupanti, c’è comunque un’Italia responsabile che opera in maniera attiva”.
In foto: deposta a Venezia la Pietra di Inciampo di Umberto Nacamulli, deportato ad Auschwitz all’età di due mesi, la più giovane vittima della Shoah