PECHINO – La Cina fa i conti con la politica Zero Covid registrando nel 2022 una crescita del prodotto interno lordo (pil) al 3% – mai così basso in 40 anni – , dato allarmante se si confronta con il +8,4% registrato nel 2021. Colpiscono anche i dati demografici in quanto, per la prima volta in oltre 60 anni, il numero dei morti supera quello delle nuove nascite. Il “gigante asiatico” si appresta a rivivere ciò che successe nel 1961 alla fine della carestia provocata dal “Grande balzo in avanti” voluto da Mao Zedong.
I numeri
I dati pubblicati il 7 gennaio 2023 dall’Ufficio nazionale di statistica sono preoccupanti ma non inaspettati. Alla fine dello scorso anno la Cina contava 1,4 miliardi di persone, 850mila in meno rispetto alla fine del 2021. Nonostante i nuovi incentivi per incoraggiare le coppie ad avere più figli da parte del governo – che nel 2016 ha rimosso la politica del figlio unico in vigore dagli anni ‘80 – per la prima volta dagli anni ‘60 il numero dei decessi supera quello delle nascite. Un calo demografico che preoccupa soprattutto l’ambizione del presidente Xi Jinping di superare gli Stati Uniti come maggior potenza economica del mondo dopo tre anni di pandemia.
Le cause
Le cause sono da rintracciare sicuramente nella politica “del figlio unico” portata avanti dal Partito-Stato per decenni che ha causato ampi squilibri di genere, con 30 milioni di uomini in più rispetto alle donne. Un’altra delle principali cause va ricercata nel costo crescente della vita e dell’educazione per i bambini che le famiglie della classe media urbana devono sostenere. Tutti fattori a cui si è aggiunta in questi anni la pandemia che ha acuito esponenzialmente tutte queste dinamiche.
Nella foto in alto un bambino che gioca in un parco a Shanghai, Ansa