FRANCOFORTE – “Tassi di interesse più alti per ridurre l’inflazione al 2% nel medio termine”, si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea, che rende conto delle decisioni prese dal Consiglio direttivo lo scorso 15 dicembre. Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, si dovrà attendere il 2025, quando si prevede che il tasso di inflazione dell’eurozona si attesterà sul 2,3%. Riguardo alla stretta sui tassi, a partire da marzo il portafoglio dei bond acquistati col programma “App” sarà ridotto a un ritmo prevedibile, pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023.
Recessione possibile, ma di lieve entità
Sul rischio di una possibile recessione invernale dovuta alla crisi energetica, il bollettino rassicura: “Sarà breve e di lieve entità”. Tra le cause della contrazione figurano anche l’elevata incertezza dei mercati, l’indebolimento dell’attività economica mondiale e – per l’appunto – l’adozione di condizioni di finanziamento più restrittive. L’eventuale recessione seguirebbe una fase, quella del quarto trimestre del 2022, in cui era già stata riscontrata una contrazione pari allo 0,3%. Nel 2023, si legge, “la crescita dovrebbe essere contenuta e significativamente al ribasso”. Parlando di cifre, per il 2023, nell’area euro, si attende un incremento pari allo 0,5%. Lampante la differenza con l’anno appena trascorso, durante il quale la Bce ha registrato un aumento del 3,4%. Più ottimistiche le previsioni in vista del 2024 e del 2025, per i quali ci si aspetta, rispettivamente, un incremento pari all’1,9% e all’1,8%.
Bene l’occupazione, scende lo spread
Segnali positivi, invece, dall’occupazione, che ha registrato un aumento dello 0,3% nel terzo trimestre del 2022. Il tasso di disoccupazione, dal canto suo, ha toccato a ottobre un nuovo minimo storico, attestandosi al 6,5%. Scende anche lo spread, che, nonostante il rialzo dei tassi, sorride all’Italia e alla Grecia, i cui differenziali a dieci anni sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base.
Carovita, forte malcontento
Su carovita e caro materiali, invece, il rapporto della Bce conferma che “le pressioni sui prezzi restano forti in tutti i settori”. A questo proposito, il sondaggio Eurobarometro commissionato da Strasburgo ha riscontrato il forte malcontento da parte dei cittadini europei, preoccupati per gli aumenti di bollette e carburante. In Italia, in particolare, il 60% degli intervistati ritiene insufficienti le misure adottate per contrastare la crisi.
Nella foto in alto il grattacielo della Banca centrale europea a Francoforte sul Meno, Germania, 15 dicembre 2022, Foto Ansa