ROMA – È una corsa contro il tempo quella della legge di bilancio 2023, approdata oggi in Aula a Montecitorio per la discussione generale con i deputati. Ma, dopo il via libera sul maxiemendamento arrivato nella notte tra martedì e mercoledì, il testo dovrà ora tornare di nuovo in Commissione bilancio per correggere la misura sugli enti locali, rivelatasi senza coperture.
Secondo fonti del governo, il rinvio in commissione dovrebbe essere annunciato dai relatori alla fine della discussione generale di questa mattina alla Camera. Ancora al lavoro, dunque, sull’emendamento errato da 450 milioni. Mentre si riconfermano la stretta su reddito di cittadinanza, l’estensione di bonus psicologo e bonus mobili e la rimodulazione di opzione donna.
Eppure, per la premier Giorgia Meloni, non c’è “nessuna catastrofe all’orizzonte”. “La manovra si dovrà migliorare”, ma “nonostante tutto, si può dire che rispetto a chi auspicava e prefigurava la partenza della nostra maggioranza e governo come una catastrofe, tutto il racconto fatto contro di noi sta tornando indietro come un boomerang”, ha dichiarato il presidente del Consiglio durante lo scambio di auguri con i parlamentari di Fdi.
Il caso dei 450 milioni
Il problema più grande da affrontare dalla maggioranza è la modifica della norma destinata a ripianare i conti dei Comuni per il 2023. Approvato per errore nella notte fra martedì e mercoledì in V commissione, l’emendamento da 450 milioni di euro sarebbe infatti senza coperture, malgrado aumenti di 400 milioni di euro il fondo per la riduzione del disavanzo degli enti locali. Un vero e proprio buco da mezzo miliardo, che farà rallentare nuovamente l’ok di Montecitorio. La previsione infatti dovrà ripassare per la Commissione bilancio, che avrà il compito di espungerla dal testo. Solo dopo la legge potrà tornare in Aula, dove il governo porrà la questione di fiducia per aspettare nelle 24 ore successive il voto della Camera.
La stretta sul reddito di cittadinanza
Tra le novità introdotte dalla commissione c’è la nuova stretta sul reddito di cittadinanza. Accompagnata dalla scomparsa del criterio della congruità. D’ora in avanti infatti non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che, se rifiutata, farà perdere il diritto al sostegno. Sul punto Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e politiche sociali, ha questa mattina chiarito che l’’offerta congrua, così come pensata dal governo, “prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti”. “Se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso”, ha aggiunto ai microfoni di Radio24, rassicurando sul fatto che il governo punta a “portare a casa nella seconda metà di gennaio un decreto che toccherà il reddito di cittadinanza”.
Bonus psicologo, mobili e opzione donna
Confermata anche l’estensione a 1500 euro del bonus psicologico, il contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia che salirà di 900 euro, contro i 600 del 2022. Incremento poi da 5 mila euro a 8 mila euro per il bonus mobili ed elettrodomestici, che consentirà ai richiedenti di ottenere non 2 mila 500 ma ben 4 mila euro di sconto totale sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Nessuna marcia indietro, invece, su opzione donna che, così come riformulata, prevede per il 2023 la possibilità dell’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni, ma limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici (caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi). Altri margini potrebbero però essere trovati nel decreto Milleproproghe, ha ricordato oggi Durigon a Radio24.