WASHINGTON – “Le notizie sulla sospensione arbitraria di giornalisti su Twitter sono preoccupanti”, scrive su Twitter la vicepresidente per i valori e la trasparenza della Commissione Europea Vera Jourova, in merito alla sospensione di account di diversi giornalisti statunitensi da Twitter da parte di Elon Musk. “Il Digital Services Act dell’Ue richiede il rispetto della libertà dei media e dei diritti fondamentali. Questo è rafforzato dal nostro Media Freedom Act. Elon Musk dovrebbe esserne consapevole. Ci sono linee rosse. E sanzioni, presto”.
Il nuovo proprietario di Twitter ha bandito importanti giornalisti della Cnn, del Washington Post, di Mashable e del New York Times. La vicenda ha avuto inizio con la sospensione dell’account di Jack Sweeney, uno studente di venti anni che aveva creato un profilo Twitter in cui tracciava il jet privato di Musk, @ElonJet. Il Ceo di Tesla gli ha poi fatto causa per “violazione delle regole” e per “doxxing” (pubblicazione di informazioni private e personali online).
Giovedì sera l’uomo più ricco del mondo ha inasprito la sua caccia alle streghe eliminando i profili di diversi giornalisti che avevano pubblicato di recente tweet o articoli sul caso Sweeney. I giornalisti coinvolti sono Ryan Mac del New York Times, Donie O’Sullivan della Cnn, Drew Harwell del Washington Post, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di Intercept. Nel mirino anche i reporter indipendenti Aaron Rupar, Keith Olbermann e Tony Webster. Come riportato dal Guardian, sembra essere stato sospeso anche l’account di Mastodon, social rivale di Twitter, dove molti utenti si sono trasferiti dopo la nomina di Musk ad amministratore delegato.
Precedentemente Musk aveva dichiarato il suo impegno per la “libertà di parola” e la speranza che “persino i miei critici peggiori restino su Twitter”. Sembra che Musk stia eliminando solo gli account che non gli piacciono, ha ribadito Donnie O’Sullivan. Dall’altro lato, però, il fondatore di SpaceX, dopo aver preso il controllo del social, aveva riattivato migliaia di profili bannati negli scorsi anni, tra cui alcuni connessi a teorie del complotto, a incitatori di violenza e a diffusori di fake news. Non da ultimo, anche l’account di Donald Trump.
Nella foto in alto: Elon Musk, Ansa
